Il fondatore di Libera alla richiesta degli imputati del dibattimento a porte chiuse: "Bisogna permettere di essere testimoni di un percorso di ricerca della verità"
Reggio Emilia. «Credo che non sia giusto, perchè nei modi giusti, e con grande rispetto, bisogna creare le condizioni per permettere di essere testimoni di un percorso di ricerca della verità».
Parlando con i cronisti a margine di un incontro a Bologna, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, commenta così la richiesta, fatta da alcuni imputati del processo aemilia, di non permettere ai giornalisti di assistere al processo.
Da parte sua, invece, fermo restando che «sarà chi di dovere (vale a dire i giudici, ndr) a decidere», don Ciotti auspica che «di fronte a fatti di estrema gravità si possa essere testimoni», e che «il mondo dell'informazione, dicendo le cose nel modo giusto, possa percepire, vivere e documentare tutto questo».
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Foto © Andrea Leoni