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aiello piero orizLa Corte d’Appello di Catanzaro ha assolto il senatore el Nuovo Centrodestra Piero Aiello dall’accusa di voto di scambio. Respinto così l’appello della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro avverso analogo verdetto accusatorio “incassato” da Aiello (con la formula “per non aver commesso il fatto”) il 26 ottobre dello scorso anno in primo grado nel giudizio con rito abbreviato celebrato dinanzi al gup distrettuale Giuseppe Perri.

L’appello era stato inoltrato dal sostituto procuratore Elio Romano che aveva insistito per la condanna di Aiello. La tesi sostenuta dall’accusa è che in occasione delle elezioni regionali del 2010 Piero Aiello avrebbe incontrato, per ottenere voti, Giuseppe Giampà e Saverio Cappello, esponenti della ‘ndrangheta di Lamezia Terme, divenuti poi collaboratori di giustizia.

L’incontro, per come raccontato dai due pentiti, sarebbe avvenuto nello studio dell’avvocato Giovanni Scaramuzzino. Aiello e Scaramuzzino erano stati coinvolti nell’inchiesta “Perseo” contro le cosche della ‘ndrangheta di Lamezia Terme. Il Tribunale della libertà di Catanzaro aveva rigettato per la seconda volta la richiesta d’arresto nei confronti del senatore Ncd, già negata dal gip. La decisione era giunta dopo la pronuncia della Corte di Cassazione con la quale era stata annullata con rinvio una precedente decisione del tribunale calabrese che aveva confermato il no all’arresto. Ora l’assoluzione anche in Appello per il senatore Aiello, difeso dall’avvocato Nunzio Raimondi, le cui argomentazioni difensive sono state oggi accolte dai giudici. Il procuratore generale d’udienza, Di Maio, il 22 novembre scorso aveva chiesto per Aiello la condanna a due anni e sei mesi di reclusione.

“Da uomo delle istituzioni – ha detto Aiello dopo la sentenza – ho sempre creduto nella giustizia essendo il mio animo sereno e la mia coscienza libera da ogni fardello. Ringrazio la mia famiglia, la quale mi ha sempre sostenuto durante questo lungo periodo di sofferenza e il mio difensore, il professore Nunzio Raimondi, per la diligente e appassionata difesa delle mie ragioni.”

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