PALERMO. Roberto Settineri, imprenditore del settore della ristorazione di 48 anni e residente negli Stati Uniti “non è un mafioso e non hai mi favorito la Cupola”. E’ questa la decisione del gup Giangaspare Camerini, come riportato dal “Giornale di Sicilia” di oggi, al termine del processo sulla cosiddetta operazione “Paesan Blue” avviata nel 2010 dagli uomini della polizia insieme con gli agenti dell'Fbi. L’indagine mirava ad accertare e chiarire i rapporti tra la Cupola siciliana e i padrini d’Oltreoceano.
E proprio nell’operazione rimase coinvolto Settineri, accusato di essere un uomo d’onore della famiglia di Pagliarelli e di “aver curato gli interessi di Cosa Nostra negli Stati Uniti”. Secondo l’accusa, infatti, Settineri, residente a Miami, in Florida, oltre ad essere un “uomo d’onore” avrebbe anche preso parte personalmente ad una presunta estorsione ai danni di due negozianti. Per queste ragioni la Procura di Palermo aveva chiesto l’estradizione dell’imprenditore in Italia, richiesta che però non è mai stata accolta dai giudici “americani”.
Un impianto accusatorio che è crollato, così come sostenuto dai difensori nel corso del processo, svoltosi con la formula del rito abbreviato. I legali hanno sempre escluso qualunque forma di coinvolgimento dell’imprenditore all’interno della rete di Cosa Nostra.
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