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impastato peppino1Palermo. Per la seconda volta, la Procura di Palermo ha chiesto al gip l'archiviazione dell'inchiesta sui presunti depistaggi sull'omicidio di Peppino Impastato, militante di Dp assassinato a Cinisi il 9 maggio 1978. Ad ottobre del 2012 la prima istanza, rigettata dal gip Maria Pino, che aveva imposto nuovi accertamenti. Ma la motivazione che aveva sostenuto la richiesta di chiusura del caso, cioè la prescrizione dei reati contestati ai quattro indagati, è stata ritenuta insuperabile dai magistrati che sono tornati a chiedere l'archiviazione. Sotto inchiesta, per favoreggiamento, sono il generale dell' Arma Antonio Subranni, l'ex sottufficiale Carmelo Canale e altri due esponenti dei carabinieri. A tirare in ballo, dopo oltre 30 anni, il nome dell'ex capo del Ros Subranni nella vicenda Impastato è stato il pentito Francesco Di Carlo, il quale ha raccontato ai magistrati che furono Nino e Ignazio Salvo, imprenditori mafiosi di Salemi (Trapani), a rivolgersi a Subranni per fare chiudere l'indagine sulla morte di Peppino Impastato. Il collaboratore ricordò di aver visto più volte l'ex capo del Ros negli uffici dei Salvo. "Gaetano Badalamenti (boss di Cinisi, ndr) - raccontò Di Carlo - spingeva Nino e Ignazio Salvo per parlare col colonnello. Dopo poco tempo mi ha detto: 'no, la cosa si è chiusa'. Non spuntava più niente nei giornali per un periodo, era stata archiviata". Subranni è sotto processo per minaccia a Corpo politico dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

ANSA

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