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agostino castelluccioAttori simili agente con viso deturpato utilizzati da inquirenti
Palermo. Vennero usate delle comparse, reclutate attraverso un'agenzia che procura attori ai registi, nel confronto all'americana a cui fu sottoposto Giovanni Aiello, l'ex poliziotto noto come faccia da mostro indagato per l'omicidio dell'agente Nino Agostino, con la collaboratrice di giustizia Giovanna Galatolo, figlia del capomafia dell'Acquasanta Enzo. Una scelta imposta dalla difficoltà di trovare, come detta il codice, personaggi somiglianti all'ex agente che ha il volto deturpato dall'esplosione di un'arma. La collaboratrice di giustizia non ebbe dubbi e riconobbe nell'ex poliziotto, passato poi ai Servizi, la persona che più volte avrebbe visto a Fondo Pipitone, zona in cui i Galatolo avevano il loro quartier generale, a colloquio con uomini d'onore. Ora Aiello sarà sottoposto a individuazione con un altro teste: Vincenzo Agostino, padre di Nino, trucidato assieme alla moglie Ida Castelluccio, a Palermo, il 5 agosto 1989. Il gip ha ammesso la richiesta dei pm che indagano sul delitto di effettuare il riconoscimento in fase di incidente probatorio. In precedenza aveva negato la possibilità del confronto ritenendolo un atto non irripetibile. Ma i legali di Agostino hanno dimostrato che le precarie condizioni di salute del testimone rendono indispensabile accelerare i tempi. Ad accusare l'ex poliziotto, ritenuto vicino ad ambienti dei Servizi, di essere implicato nell'omicidio è il pentito Vito Lo Forte che ha raccontato che Aiello avrebbe atteso i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, esecutori dell'assassinio, in auto, e che li avrebbe portati via dopo che questi abbandonarono la moto usata nell'agguato. Inoltre il pentito ha riferito di aver saputo che "faccia da mostro", per conto di Madonia avrebbe cercato di risalire all'identità di due poliziotti che avrebbero visto Angelo Galatolo all'Addaura prima del fallito attentato a Giovanni Falcone. Galatolo, che avrebbe dovuto azionare il telecomando usato nell'attentato, alla vista dei due avrebbe desistito. L'ex agente sarebbe risalito ad Agostino e ad Emanuele Piazza, ucciso poi col metodo della lupara bianca nel 1990, e avrebbe riferito chi erano a Cosa nostra.

ANSA

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