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cartellone-masi-carta19 gennaio 2015
I due carabinieri sono accusati di aver offeso la reputazione di alcuni loro superiori, il legale di aver organizzato la conferenza stampa dove vennero ripetute quelle accuse. A giudizio anche otto giornalisti autori degli articoli che contenevano le ricostruzioni dei due militari

Otto giornalisti, due carabinieri e un avvocato rinviati a giudizio per diffamazione. Lo ha deciso il gup di Roma Cinzia Parasporo ordinando il processo per il maresciallo Saverio Masi, capo scorta del pm Nino Di Matteo, per l’ex carabiniere Salvatore Fiducia, e per il loro avvocato Giorgio Carta. Masi e Fiducia sono accusati di aver offeso la reputazione di alcuni loro superiori, il legale di aver organizzato la conferenza stampa dove vennero ripetute quelle accuse, e gli otto cronisti (tra loro il direttore del Fatto Quotidiano Antonio Padellaro e quello di Servizio Pubblico Michele Santoro) di aver riportato nei l0ro articoli il contenuto delle denunce di Masi e Fiducia.

“Intorno al 2004 Fiducia racconta di aver individuato un casolare in cui era possibile la presenza di Bernardo Provenzano, ma i suoi superiori gli intimarono più volte di evitare quel posto” aveva raccontato nel maggio del 2013  l’avvocato Giorgio Carta, legale dei due carabinieri. “Masi e Fiducia denunciano le stesse tipologie di ostacolo. Prima Masi e poi Fiducia – continuava il legale – sostengono di aver individuato casolari dove avrebbero potuto rifugiarsi i latitanti, e anziché essere incoraggiati, sono stati stroncati. Venne chiesto loro di coordinarsi con il Ros, dopo di che hanno perso di vista le indagini”.

A denunciare Masi, Fiducia e Carta per diffamazione furono gli ufficiali dei carabinieri in servizio al nucleo investigativo di Palermo tra il 2001 e il 2006. Negli articoli di stampa i nomi dei militari non vennero fatti esplicitamente, ma questi si identificarono ugualmente nelle persone indicate da Masi e Fiducia. La prima udienza del processo per diffamazione è fissata per l’11 maggio 2015.

loraquotidiano.it

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