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"Se qualcosa si muove lo si deve ad alcuni inquirenti che, instancabilmente, non hanno desistito", ma "la battaglia non è semplice, e non la si vince se non con un lavoro che continua, silenziosamente, imperterrito, duro, capace di non rallentare dopo decenni di tentativi, di muri di gomma, di silenzi". Lo scrive su Facebook il senatore del M5S e presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, commentando la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura generale di Palermo per Antonino Madonia e Gaetano Scotto, accusati di essere gli esecutori materiali dell'omicidio dell'agente di polizia Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. Nel post, Morra riporta le dichiarazioni del padre del poliziotto ucciso il 5 agosto del 1989. "La verità sulla morte di mio figlio e di mio nuora è dentro lo Stato. Ringrazio i magistrati per il loro prezioso lavoro, finalmente dopo tanti anni, vediamo la speranza di un processo. E un punto di partenza, perché non conosciamo ancora i nomi dei mandanti. Qualcuno dentro lo Stato sa, ma continua a restare in silenzio". Per Morra si tratta di "parole che fanno comprendere la sofferenza, enorme, di un padre, Vincenzo Agostino, che dopo 31 anni forse potrà conoscere la verità sull'omicidio di suo figlio. Parole che però non escludono un reale motivo di speranza". Grazie "alla procura generale di Palermo - conclude Morra -, ma anche e soprattutto a Vincenzo Agostino, un uomo eccezionale, la cui grandezza è direttamente proporzionale alla sofferenza vissuta insieme alla moglie".

AdnKronos

Foto © Imagoeconomica

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