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di AMDuemila
Nascondevano la cocaina nelle moto d’acqua che dal Sud America arrivavano in Italia con il pretesto di gare ed esibizioni agonistiche. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito stamani un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina nei confronti di 7 persone al vertice di un'organizzazione di narcotrafficanti, dedita all'importazione di ingenti partite di cocaina dal Perù tramite il Cile. Le indagini che hanno portato all’operazione “Pacific freestyle” sono scattate nel marzo 2018 dopo l'arresto di 5 connazionali al confine tra i due Paesi sudamericani, trovati in possesso di 120 chili di cocaina - con una percentuale di purezza di oltre l'80% - nascosti nelle paratie di 2 acquascooter, appositamente scavate nella vetroresina. Gli approfondimenti investigativi, eseguiti dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e, grazie al coordinamento internazionale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno, svolti in stretta collaborazione con i Carabineros de Chile, hanno permesso di individuare tutti i membri del gruppo, di cui gli arrestati erano il ''braccio'' esecutivo. Al vertice dell'organizzazione, sul litorale capitolino, tra Ostia e Fiumicino, Marco D'Arienzo, 37 anni, alias ''Maracanà'', strettamente aiutato per la pianificazione delle attività, da Rodolfo Pianosi, di 55 anni, alias ''Il Presidente''. Proprio quest'ultimo aveva strumentalmente costituito un'associazione sportiva per dissimulare l'invio dei mezzi acquatici in Sud America per finalità agonistiche. Grazie alla complicità di Fabio Niciarelli, 48 anni, dipendente della società di spedizioni che curava il trasporto, le moto d'acqua venivano inviate ricorrendo alla pratica doganale di ''temporanea esportazione'', generalmente adottata in occasione di invii di materiali per competizioni sportive internazionali e, pertanto, considerata a basso rischio di controllo. Tra l'altro, per evitare difformità sul peso, all'atto della spedizione all'estero i mezzi venivano riempiti di farina, sostituita con la droga prima del rientro in Italia.
Il gruppo di narcotrafficanti poi poteva contare su una base logistica in Cile per il noleggio di automezzi e l'acquisto di cellulari intestati a soggetti inesistenti da fornire ai ''corrieri'' e garantiva, tramite risorse reperite da Mauro Morra, 59 anni, denaro da destinare ai familiari degli arrestati per le spese legali e il loro sostentamento. Nonostante l'operazione interrotta in Cile nel 2018, l'associazione ha continuato a operare, con capacità di reperire importanti quantità di cocaina, mutando tuttavia le modalità di esportazione dello stupefacente. Infatti, D'Arienzo è stato arrestato nel luglio 2019 in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalla Francia perché coinvolto nel trasporto di 435 chili di cocaina rinvenuta dalla polizia della Polinesia Francese a bordo di una barca a vela nell'atollo di Apataki e, nel maggio 2019, Morra è stato fermato in Perù poiché, insieme ad altri connazionali, stava nascondendo 390 chili di cocaina in doppi-fondi realizzati nel telaio di alcuni pick-up. Sulla base degli elementi investigativi raccolti, il gip su richiesta della D.D.A. capitolina ha disposto la custodia cautelare in carcere per D'Arienzo, Morra, Pianosi e un altro complice, e gli arresti domiciliari per Niciarelli e altri 2 ''corrieri'' di fiducia al servizio dell'organizzazione.

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