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"Ho seguito con attenzione ciò che il premier Conte ha emanato con la decisione di una ulteriore chiusura. Fin qui ci siamo: la salute viene prima di tutto.
Ma non gli ho sentito dire minimamente "aiuteremo gli italiani in difficoltà in questo momento". A parlare è il testimone di giustizia Luigi Coppola che in una nota pone alcuni interrogativi al presidente del consiglio Giusppe Conte: "Egregio Presidente del Consiglio ma lei si è reso conto cosa accadrà a chi, non ha reddito fisso, né cassa integrazione, né reddito di cittadinanza? Lei presidente sa benissimo che le bollette, i fitti e le rate Agenzia delle entrate che lei per decreto sta momentaneamente spostando poi andranno pagate! E da chi? E con quali soldi?". Coppola si pone il problema rispetto a tutti quelli che "avevano un lavoro saltuario ma che gli permetteva di sopravvivere e che ora si trova costretta a casa".
"Mi creda presidente io sono stato già lasciato solo dallo Stato - prosegue - dopo che mi sono opposto alla camorra e come me tanti altri. La questione è diventata seria per me e per altri che si ritrovano nelle condizioni di non avere uno stipendio stando a casa".
Infine Coppola, che dice anche di essere "disponibile ad aiutare il 118 o altri lavori sociali, ma rappresenta sempre come l'inattività possa pesare ulteriormente sulla condizione di tanti italiani".

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