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Richiesta a commissione inchiesta Consiglio regionale Toscana
Firenze. Controlli "innovativi a tappeto" al momento della chiusura dei cantieri "di qualsiasi genere, ma rilevanti per dimensione", e "prima dell'ultima tranche di pagamento". E' la ricetta contro le infiltrazioni mafiose in Toscana promossa oggi dal presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, nel corso dell'audizione nella commissione d'inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti del Consiglio regionale insieme al membro dell'ufficio di presidenza dell'associazione, Renato Scalia. Sollecitati entrambi dalla commissione su un "modello che può limitare al minimo le infiltrazioni", Calleri ha proposto inoltre di "richiedere l'informativa antimafia per tutte le autorizzazioni".
"La certificazione - ha spiegato - si aggira e non permette di ricostruire la storia delle diverse società". Scalia e Calleri hanno inoltre fatto il punto sulla situazione toscana: la presenza più capillare sul territorio, hanno spiegato, è quella camorristica, con attività consolidate a livello locale e insediamenti in provincia di Pisa, in Versilia, nel Valdarno aretino e in provincia di Prato. I casalesi risultano essere un clan "molto attivo", ma non l'unico, nel business dello smaltimento illecito di rifiuti. "Quanto emerso oggi - ha commentato il presidente della commissione, Giacomo Giannarelli (M5s) - è uno stimolo ancora maggiore ad indagare e proporre elementi utili alla redazione di atti regionali non più procrastinabili"."Parlare di mafia e criminalità organizzata in Toscana oggi - ha concluso Giannarelli - significa abbattere il muro dell'auto-omertà; così lanciamo un segnale forte a tutti i cittadini che credono nella legalità".

ANSA