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falcone maria c imagoeconomicaA Vienna conferenza su convenzione Nazioni unite contro crimine
Palermo. ''Servono sforzi globali contro mafie globali. Giovanni l'aveva intuito oltre 25 anni fa auspicando, quando ancora sembrava irrealizzabile, una cooperazione tra Stati nella lotta a un crimine organizzato capace di operare e fare affari ben oltre i confini nazionali". Lo ha detto Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni Falcone, intervenuta a Vienna alla nona sessione della Conferenza sulla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, promossa sotto la giurisdizione dell'Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC). A quasi 20 anni dalla firma, a Palermo, della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, 800 tra rappresentanti di governi, esperti ed esponenti di organizzazioni della società civile si ritrovano nella capitale austriaca per fare un bilancio della sua applicazione e per discutere delle possibili modifiche imposte dalla costante evoluzione dei fenomeni criminali. Per l'Italia ha partecipato una delegazione composta oltre che da Maria Falcone, dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, dal consigliere giuridico della Rappresentanza italiana Permanente nella sede dell'Onu a Vienna Antonio Balsamo e dal professor Nando Dalla Chiesa, docente alla facoltà di Scienze Politiche a Milano.
Al centro dei lavori, che si tengono dal 15 al 19 ottobre nella sede dell'Onu a Vienna, c'è l'approvazione delle regole di procedura del meccanismo di revisione della Convenzione di Palermo a 20 anni dalla sua sottoscrizione. Un appuntamento, quello dell'Onu, organizzato per "radiografare" la legislazione dei 189 Paesi che hanno aderito alla convenzione, negli anni arricchitasi dei Protocolli sul contrasto della tratta di esseri umani, sul traffico illegale di migranti, sulla fabbricazione e sul traffico illeciti di armi da fuoco.

ANSA

Foto © Imagoeconomica

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