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"Va fatta piena luce, battaglia è ancora aperta"
Fermo. "Ricordare la strage di Capaci significa onorare la memoria di uomini e donne che hanno servito le istituzioni per combattere il cancro della mafia e fare nostro il loro impegno per la giustizia e la legalità". Così l'ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. "Il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, resta uno dei momenti più drammatici della nostra democrazia, tragica antifona di un'altra terribile strage, quella di Via D'Amelio. La verità giudiziaria sulle stragi non è completa e ancora va fatta piena luce su aspetti inquietanti di quella stagione. Ma in questi 26 anni il Paese ha saputo rispondere all'orrore delle stragi rafforzando il sistema di contrasto alla criminalità organizzata, sconfiggendo l'ala stragista di Cosa nostra e mobilitando nuove energie civili che hanno alimentato il desiderio di verità e realizzato innumerevoli e originali esperienze di educazione alla legalità". "E' una battaglia ancora aperta - ha proseguito Bindi - e nonostante l'instancabile lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine le mafie sono ancora forti. Hanno cambiato pelle, meno violente ma non meno pericolose e confermano la loro capacità di usare strumenti legali per condizionare la vita democratica e inquinare l'economia. Non basta la repressione occorre sviluppare anticorpi più robusti e una vigilanza più attenta in tutti i settori della società. E' questa la feconda eredità di Falcone e Borsellino che l'antimafia civile deve rilanciare, riscoprendo la sua originaria vocazione".

ANSA

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