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L’incontro con gli studenti era previsto per il 22 maggio, alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci. Ma due giorni fa il preside dell’Istituto superiore "Archimede" di Rosolini, 21mila abitanti nella parte sud della provincia di Siracusa, ha espresso al rappresentante d’istituto, che l’aveva organizzato, le sue perplessità sull’opportunità di tenere l’incontro adesso. Ragioni di sicurezza, a quanto pare. Perché a parlare di mafia e delle cosche del territorio doveva essere Paolo Borrometi, giornalista ragusano più volte minacciato dai boss e che vive sotto scorta.
A preoccupare il preside Giuseppe Martino sono state le ultime notizie di cronaca che risalgono a un mese fa, quando durante un’inchiesta della Dda di Catania vengono intercettate conversazioni tra i boss di Pachino, città a pochi chilometri da Rosolini, dalle quali emerge un progetto per uccidere Borrometi con un’autobomba. "Alla luce delle minacce che il giornalista ha ricevuto - dice il preside Martino - ci siamo chiesti se fosse opportuno esporlo a un pericolo, visto che la scuola non ha uno spazio adatto per un incontro del genere ma solo una palestra". A scuola c’è però chi offre un’altra versione dei fatti: "Secondo il preside, il momento era poco opportuno sia per lui sia per noi", dice uno studente rappresentante d’istituto. Nell’istituto anche gli insegnanti avrebbero fatto sentire la loro voce e mentre qualcuno è stato a favore dell’incontro, qualcun altro avrebbe espresso tutti i suoi dubbi sull’opportunità di fare arrivare nella scuola una persona sotto scorta, che rischia la vita. Sembra di essere tornati agli anni ‘90, quando i condomini dei palazzi dove abitavano i magistrati antimafia si lamentavano della presenza di scorte e temevano di venire coinvolti in eventuali attentati.
Borrometi è amareggiato; la versione del preside non lo convince: "C’è un precedente, è il secondo episodio che mi capita in quella zona e questo mi fa pensare. Già l’anno scorso ad Avola accadde che i familiari di un boss al 41 bis andarono a minacciare i bidelli della scuola in cui dovevo parlare. Dopo l’incontro, poi, l’avvocato di quel boss scrisse al preside per chiedere il diritto di replica".
Il preside Martino assicura che l’incontro è solo rimandato e che, anzi, l’intenzione è di farlo nel nuovo anno scolastico in un auditorium del paese dove portare i ragazzi di tutti e tre i plessi dell’Archimede: "Non sono preoccupato per noi ma per il giornalista - ripete - anche se so che qualcuno ha pensato davvero che l’incontro non si fa per timore che possa accadere qualcosa a scuola durante il dibattito. Ma se volessero fare un attentato al giornalista, lo farebbero nel tragitto non certo a scuola". Il preside aveva pure ipotizzato un incontro in videoconferenza: "Ma a parte che nella nostra scuola internet funziona male - dice il rappresentante degli studenti, deluso - un incontro con un video non avrebbe certo la stessa forza di quello con una persona davanti a noi. Siamo veramente dispiaciuti".

Fonte: lastampa.it

laspia.it

Foto © Imagoeconomica

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