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manifestazioni daphne galizia malta c reutersl legale che rappresenta la famiglia della giornalista maltese uccisa denuncia: "Una volta scoperto, l'agente è stato solo trasferito". La replica del premier Muscat: "Menzogne"
di Carlo Bonini e Giuliano Foschini
La Valletta
. I due fratelli Degiorgio e Vincent Muscat, i tre uomini accusati di essere gli esecutori materiali dell'omicidio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia, detenuti dal 4 dicembre scorso e in attesa di processo, avevano una talpa nella Polizia maltese. Che li avvisò della loro imminente cattura, gli diede il tempo di liberarsi di ciò che verosimilmente non doveva essere trovato (tutto ciò che li poteva collegare ai mandanti dell'autobomba), di concordare e immaginare le mosse di una futura e comune linea difensiva. Di più: una volta scoperta, la "talpa" ha goduto della protezione del Capo della Polizia maltese, Lawrence Cutajar, che ne ha semplicemente disposto il trasferimento ad altro incarico, senza avviare apparentemente alcun procedimento nei suoi confronti. Dell'esistenza di una "talpa" nell'indagine sugli esecutori e i mandanti dell'omicidio di Daphne, Repubblica aveva dato conto il 18 aprile scorso nella prima delle inchieste pubblicate in queste settimane con il "Daphne Project". Ora, la conferma arriva da James Azzopardi, legale della famiglia Caruana Galizia e parlamentare del partito di opposizione Nazionalista.



Intervenendo questa sera in Parlamento, Azzopardi, facendo riferimento a quanto gli è stato riferito da fonti interne della Polizia maltese, ha svelato pubblicamente l'identità dell'agente di Polizia in contatto con gli assassini di Daphne. Ne ha raccontato gli opachi trascorsi di servizio e la sua vicinanza al governo laburista. "Chi è la talpa?", ha esordito Azzopardi rivolgendosi ai banchi della maggioranza di Governo. "E agli ordini di chi ha agito? Sentite questa storia. C'era una volta un agente di polizia che già aveva conosciuto l'onore delle cronache, perché vicino al partito laburista e al premier Joseph Muscat. Che, fino al 2013, aveva prestato servizio al posto di frontiera aeroportuale. E, subito dopo che era stato svelato un racket sui passaporti, era stato trasferito alla divisione crimini economici. Si era scoperto infatti che questo poliziotto aveva redatto lettere di invito a cittadini libici a garanzia di visti emessi dal consolato maltese a Tripoli, del tutto illegalmente. Tra il 2016 e il 2017, era stato quindi trasferito alla Criminal intelligence unit. Poi, poche settimane fa, è stato trasferito nuovamente al reparto mobile. Perché?".
"Perché - ha proseguito Azzopardi nel suo intervento in Parlamento - si è scoperto poche settimane fa che l'agente Aldo Cassar, questo il suo nome, con codice identificativo Ps88, è colui che ha avvisato i tre uomini accusati dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia del loro imminente arresto il 4 dicembre scorso". Azzopardi ha quindi elencato il rosario di articoli del codice penale e di norme disciplinari violate dall'agente, stigmatizzando che si tratta di crimini punibili fino a tre anni di reclusione. E di fronte ai quali, tuttavia, si sarebbe consumata una seconda violazione. Se possibile persino peggiore della stessa soffiata agli assassini di Daphne. "Secondo quanto mi hanno riferito fonti diverse interne alla polizia maltese - ha proseguito infatti Azzopardi - una volta scoperto, l'agente è stato invitato dal Capo della Polizia (Lawrence Cutajar ndr.), su invito dell'ufficio del Primo ministro, non a dimettersi, ma a scegliere semplicemente un nuovo ufficio in cui essere trasferito: un commissariato o il reparto mobile, dove infatti l'agente ora presta servizio. Uno scandalo. Il vero scandalo di questa storia. Anziché procedere penalmente e disciplinarmente nei suoi confronti, si è data all'agente l'opportunità di scegliere la sua nuova destinazione".
Come un calcio alla porta, le rivelazioni di Azzopardi in Parlamento riaprono la questione dirimente che, dal 16 ottobre scorso, impiomba l'inchiesta della Polizia maltese sull'omicidio di Daphne Caruana Galizia, rendendola poco o nulla attendibile agli occhi delle opinioni pubbliche e delle istituzioni europee (Il Consiglio di Europa dovrà decidere nelle prossime settimane se inviare o meno un proprio rappresentante che verifichi la regolarità dell'indagine e la sua imparzialità. La Commissione Europea ha disposto un'imminente missione che verifichi nuovamente il rispetto dello Stato di diritto sull'isola). Che cioé, al dilà delle insistite dichiarazioni del Primo Ministro Muscat ("Non lasceremo nulla di intentato, solleveremo ogni pietra, per arrivare alla soluzione dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia"), l'indagine sconti dal primo giorno e continui a scontare l'insuperabile handicap dell'essere politicamente orientata. E comunque inquinata dalle ombre di contiguità tra il palazzo della Politica, ambienti della criminalità organizzata e centrali del riciclaggio di denaro sporco.



Del resto, non più tardi della fine della scorsa settimana, Europol, con una lettera ai parlamentari europei, nel rinnovare l'impegno a una collaborazione investigativa con la Polizia maltese per venire a capo dei mandanti dell'omicidio di Daphne, aveva fatto esplicito riferimento alla scarsa cooperazione mostrata da Malta dopo l'arresto dei tre esecutori materiali. La storia della "talpa" aiuta a comprendere il perché.
In tarda serata con un tweet il premier Joseph Muscat ha definito "menzogne" le rivelazioni di James Azzopardi. "Ci si dovrebbe chiedere - si legge - perché uno degli avvocati del caso Daphne Caruana Galizia scelga di coprirsi utilizzando l'immunità parlamentare anziché sottoporre certe circostanze a un tribunale".

repubblica.it

Foto © Reuters

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