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di Ass. Nazionale Testimoni di Giustizia
Nel giorno della memoria delle vittime di mafie non possiamo non condividere l'appello lanciato da don Ciotti, fondatore di Libera, a denunciare le mafie e il tentativo delle stesse di condizionare pesantemente la vita dei cittadini onesti. Ad affermarlo è Ignazio Cutrò Presidente della Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia. Occorre lo sforzo di tutti affinché si realizzino tutte quelle condizioni necessarie a vincere la battaglia contro le mafie. Dobbiamo impegnarci affinché l'atto di denuncia della violenza mafiosa non si trasformi, però, in un boomerang per il cittadino. Troppo spesso infatti uno "Stato incerto" nelle politiche a sostegno degli imprenditori che denunciano è la causa principale dell'isolamento e del fallimento delle loro aziende. Ecco allora, conclude Ignazio Cutrò, che alla denuncia devono necessariamente seguire politiche solidali all'altezza delle sfide delle mafie. Sempre più spesso, infatti, non è il coraggio dei cittadini che viene a mancare bensì uno Stato capace di sostenere lo sforzo di chi, con coraggio civile, ha denunciato la prevaricazione mafiosa. La mancanza di risorse insieme ad una buona dose di negligenza da parte della burocrazia degli apparati dello Stato sono le cause principale della sfiducia degli imprenditori. Le aziende chiudono o perché vittime della violenza mafiosa o per effetto della denuncia priva del necessario sostegno economico dello Stato. Abbiamo il dovere, conclude, Cutrò di non raccontarci più frottole e di dire apertamente come stanno veramente le cose.

Foto © ACFB

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