Per omicidio '92. Anche frasi intercettate contro direttore Opera
Milano. Le minacce all'allora direttore del Carcere di Opera dove era detenuto, per le quali il processo era ancora in corso, e quelle nei confronti dei giudici di Caltanissetta per cui venne condannato e altre ancora rivolte all'ex europarlamentare Sonia Alfano e al presidente di Libera don Luigi Ciotti, da cui, però, venne prosciolto. Sono questi alcuni dei procedimenti giudiziari milanesi che hanno riguardato Toto Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra morto a 87 anni e che, in particolare, a Milano ha collezionato uno dei suoi tanti ergastoli. Nel 2012, infatti, a seguito dell'inchiesta del pm Marcello Musso su alcuni vecchi omicidi di mafia commessi nel capoluogo lombardo, 'U Curtu' venne condannato, assieme ad altri boss, all'ergastolo (sentenza poi confermata fino in Cassazione) come mandante dell'uccisione di Alfio Trovato, ammazzato in via Palmanova nel maggio del '92. Secondo il pentito Giovanni Brusca, tra l'87 e il '92 i vertici di Cosa Nostra decisero di eliminare alcuni esponenti mafiosi che stavano creando problemi a Milano. Il processo per le minacce all'ex direttore di Opera Giacinto Siciliano - nato dalle intercettazioni disposte dalla Dia di Palermo mentre il 'capo dei capi' parlava, durante l'ora d'aria, col capomafia della Sacra Corona Unita - era stato rinviato esattamente un mese fa perché Riina aveva avuto un malore e non era stato possibile trasferirlo all'aula del carcere di Parma per il collegamento in videoconferenza con il Tribunale milanese. La difesa chiese anche una perizia per valutare la sua capacità di stare nel processo ma i giudici, sulla base di una relazione medica, scrissero che malgrado le sue condizioni fisiche compromesse era ancora "vigile". Il processo si chiuderà per morte del reo.
ANSA