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dragone cinese effI pm di Milano: i money transfer abusivi lavano soldi. Ucciso un cinese che lavorava nell’ambiente
di Giuseppe Guastella
Milano. Un fiume enorme di denaro, 2,7 miliardi di euro in contanti prodotti negli ultimi due anni dalle attività illecite messe in piedi da cinesi è partito da una quarantina di money transfer italiani, è passato attraverso la Gran Bretagna ed è sfociato in Cina. Associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, all’autoriciclaggio, all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria e alle violazioni fiscali sono i reati che hanno portato in carcere un paraguayano e ai domiciliari un italiano in un’inchiesta della Procura di Milano sulla quale si allunga l’ombra dell’omicidio di un cinese freddato ieri con un colpo di pistola.

L’indagine della Polizia e della Guardia di Finanza, coordinata dai pm Grazia Colacicco e Giordano Baggio, punta al «nero» incassato in tutta Italia da cinesi attraverso le violazioni fiscali, il traffico di articoli contraffatti, la prostituzione e il gioco d’azzardo, e riciclato in Cina sfruttando le lacune della legislazione europea sui money transfer. Il meccanismo prevedeva la suddivisione del le somme in gruzzoli da 999 euro per non superare il limite (1.000 euro) imposto dalla legge per queste operazioni in contanti, intestando ciascuno di essi a un prestanome, a una persona inesistente o ignara. Il denaro veniva poi versato in banca e trasferito a «Istituti di pagamento comunitari» creati dagli indagati, con sede di facciata a Londra, ma che operavano a Milano. Dalla Gran Bretagna i soldi andavano in Cina dove erano incassati da sconosciuti per poi, sospettano i pm, rientrare in parte in Italia e investiti legalmente in attività commerciali o immobili.

Mentre ieri gli investigatori tiravano le fila, il corpo di Xue Chengxina, 32 anni, veniva scoperto dalla moglie riverso sul pavimento dell’ufficio in via Paolo Sarpi, la chinatown di Milano, accanto a una macchinetta conta soldi. L’uomo, il cui nome non comparirebbe negli atti, sarebbe stato uno dei «cavalli» che si occupavano della raccolta del denaro da riciclare, in tutto 3,7 milioni al giorno tra Milano e Roma.

Il Corriere della Sera

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