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Roma. La proposta di legge che riguarda i testimoni di giustizia "costituisce certamente una tappa importante nella costruzione di un sistema più adeguato di tutela per i cittadini, che offrono allo Stato il loro contributo per contrastare la criminalità organizzata. Tuttavia l'esperienza dei testimoni di giustizia italiana non è stata segnata solo dagli effetti negativi derivante dalla totale o parziale assenza di una normativa che specificamente li riguardasse". A scriverlo è l'Associazione nazionale testimoni di giustizia, guidata da Ignazio Cutrò, che ha inviato una lettera con alcune osservazioni sulla pdl 3500 alla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. Per i testimoni di giustizia, "se la proposta di legge offre maggiore chiarezza sulla definizione della figura del testimone, sulla tipologia delle misure, sui tempi di applicazione e sulle competenze, lascia ancora aperta qualche lacuna che potrebbe dare origine alle situazioni di impasse che già numerosi testimoni hanno dovuto subire". Di qui alcuni suggerimenti che l'associazione presenta alla commissione Giustizia: in particolare si chiede di prevedere un più robusto sostegno a quegli imprenditori che rendono dichiarazioni e che vorrebbero continuare ad operare nel loro territorio.

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