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Rosi Bindidi AMDuemila
"Non è vero che le segnalazioni sugli amministratori giudiziari sono rimaste inascoltate; in particolare quelle del prefetto Caruso, audito due volte in Commissione al termine del suo periodo di gestione dell'Agenzia per i beni confiscati, dal 2011 al 2014, prima del collocamento in pensione". A dirlo è Rosy Bini, presidente della Commissione Antimafia, che oggi in Commissione ha fatto delle comunicazioni a proposito delle attività svolte in tema di beni sequestrati e confiscati. Una comunicazione, che la Bindi ha voluto fare contro "ogni tentativo di delegittimazione" e per tutelare la volontà "della Commissione e del suo lavoro passato, presente e futuro. Il riferimento è sullo scandalo che ha colpito il tribunale di Palermo dopo l'indagine sulla presidente della sezione misure di prevenzione, Silvana Saguto, e di altri personaggi.
Riguardo le audizioni del prefetto Caruso Rosy Bindi ha affermato oggi che "il prefetto non ha dato conto in modo soddisfacente delle numerose criticità nel funzionamento dell'Agenzia sotto la sua gestione e si è limitato e si limita tutt'ora a denunciare le criticità del sistema, ascrivendo a sè l'effettuazione di segnalazioni che facevano semplicemente parte dei suoi compiti d'ufficio". "Nella difficoltà di distinguere tra la segnalazione generica e la conoscenza di circostanze specifiche - ha aggiunto la presidente della commissione parlamentare antimafia - io stessa invitai il dottor Caruso a rivolgersi alla Procura della Repubblica per gli eventuali reati di cui fosse venuto a conoscenza nell'espletamento della sua funzione istituzionale". "Il prefetto Caruso - ha continuato Bindi - non ha invece risposto ai numerosi quesiti posti dalla Commissione in merito alla lentezza delle procedure o alla mancata assegnazione di beni, alla mancata realizzazione del sistema informatico dei beni confiscati nonostante i milioni di euro spesi, circa 7, o sul perchè abbia esplicitato i suoi dubbi sulle nomine degli amministratori giudiziari solo al termine del proprio mandato o sull'adeguatezza di alcuni coadiutori dell'agenzia da lui stesso nominati".
La Bindi ha anche informato che la Commissione parlamentare Antimafia sentirà il procuratore di Palermo, il presidente del Tribunale di Palermo e il nuovo presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale. "Alcuni componenti dell'ufficio di presidenza - ha detto la presidente della Commissione - hanno chiesto di fare una ricognizione delle audizioni e di procedere ad ulteriori approfondimenti, ascoltando il procuratore di Palermo, il presidente del Tribunale di Palermo e il nuovo presidente della sezione misure di prevenzione per individuare criticità e eventuali modifiche al sistema da apportare nel ddl" che sarà prossimamente portato in Aula alla Camera. "Credo abbiamo ampiamente toccato i punti critici che si sono manifestati in questi anni - ha aggiunto poi Bindi - ma se servissero siamo pronti a ulteriori modifiche e approfondimenti che il relatore Davide Mattiello si è già detto disponibile ad accogliere".

Fonte ANSA

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