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di AMDuemila
''Non vedo interesse nel contrasto alle mafie. La lotta non è al primo posto nell'agenda politica: il malaffare non è mai stato una priorità”. E’ quanto ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso di un intervento a 'Sentieri e Pensieri', rassegna letteraria in corso a Santa Maria Maggiore (Vco). Davanti a una platea di 500 persone, Gratteri ha presentato "La rete degli invisibili", libro che ha scritto con Antonio Nicaso. Per il magistrato ''il 416 bis è uno strumento ancora attuale e va mantenuto'' e uno dei problemi maggiori è che in Italia ''non ci si scandalizza più di nulla e si dimentica tutto il giorno dopo. Oggi non si arrossisce neppure se ti arriva un avviso di garanzia''. ''E' il politico che va a cercare il mafioso - ha anche osservato - mentre una volta era il mafioso che andava dal politico col cappello in mano. E la politica è distante dal quotidiano e si scoccia a parlare col popolo''. Parlando della Calabria e dei calabresi, Gratteri ha spiegato che i calabresi “non sanno con chi parlare. Ma se hanno l'interlocutore giusto, parlano. E lo fanno con chi trasmette loro sicurezza. Non a caso i calabresi, secondo l'Istat, sono quelli che più hanno fiducia nella giustizia''. la rete degli invisibiliIl procuratore capo di Catanzaro ha poi osservato che la procura di Catanzaro è cambiata, e che ci sono magistrati e forze dell'ordine che oggi chiedono di andare a lavorare nella città calabrese. “Anche in Piemonte la ‘Ndrangheta esiste sin dagli anni Settanta. Ma le forze dell'ordine piemontesi, poi, hanno fatto un buon lavoro'' ha aggiunto Gratteri.
In conclusione, parlando della riforma del Csm, il magistrato ha spiegato che "io eleggerei i membri del Csm col sorteggio. Via chi ha avuto procedimenti o ha ritardato sentenze e scadenze dei termini, poi il sorteggio per la parte restante dei magistrati. Un sistema per far perdere forza ai centri di potere''. ''Mi auguro - ha concluso - che tutti i miei colleghi abbiano scelto di fare questo lavoro perché lo amano, perché vogliono fare qualcosa per la nazione, per la collettività’’. Secondo Gratteri il numero di giudici e pubblici ministeri è sufficiente: ''solo andrebbero distribuiti meglio''.

Foto © Imagoeconomica

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