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di AMDuemila
Papa Francesco: “Razzismo intollerabile ma con la violenza si perde”

Nonostante il coprifuoco circa diecimila persone ieri sono scese in strada in diverse città degli Stati Uniti per protestare pacificamente contro le politiche razziste americane e chiedere giustizia per l’omicidio dell’afroamericano George Floyd, assassinato da un agente di polizia durante l’arresto lo scorso 25 maggio. Particolarmente significativa e numerosa la presenza di manifestanti a Houston, in Texas. Tra loro, anche diversi membri della famiglia di Floyd e una cinquantina di cowboys neri, a cavallo, vestiti con magliette con la sua immagine. Passando per le vie del centro e davanti alle attività commerciali protette da assi di legno, i manifestanti hanno urlato “I can’t breath” ("Non riesco a respirare”, ndr), il grido di disperazione di Floyd mentre a terra veniva soffocato dal ginocchio dell’agente di polizia Derek Chauvin. "Non fermatevi fino a che non ci sarà giustizia per mio zio": queste le parole che uno dei nipoti di George Floyd ha rivolto alle oltre 60.000 persone che si sono riunite a Houston dove il prossimo 9 giugno si terranno i funerali. Prima di allora, però, avranno luogo due cerimonie in sua memoria: giovedì a Minneapolis e sabato in Carolina del Nord. Alla celebrazione funebre sarà presente anche il candidato democratico alle presidenziali Usa e sfidante di Donald Trump, Joe Biden.
Ma le manifestazioni non hanno riguardato solo la città texana di Houston. Cortei di protesta sono stati organizzati, nonostante il coprifuoco e le minacce del presidente Donald Trump, anche a Los Angeles, Washington e New York. Qui si sono verificati alcuni tafferugli con la polizia e ci sono stati alcuni saccheggi, secondo quanto si legge sulla Cnn. Tensione alta al ponte di Brooklyn, dove però è stato evitato il contatto tra gli agenti e i manifestanti. Nella notte, secondo fonti delle forze di sicurezza locale, circa 200 persone sono state arrestate in città. A Los Angeles migliaia di manifestanti si sono ritrovati davanti alla residenza del sindaco Eric Garcetti, mentre la polizia ha spiegato di avere effettuato numerosi arresti soprattutto nei quartieri di Hollywood e Hancock Park. Alcune migliaia di persone hanno manifestato inoltre a Portland, dove molti sono scesi in strada dopo l'inizio del coprifuoco, manifestando però in maniera del tutto pacifica. Nel frattempo, il candidato democratico alle presidenziali Joe Biden ha accusato ieri Trump di avere "trasformato il Paese in un campo di battaglia, afflitto da vecchi rancori e nuove paure". Durante un suo viaggio a Philadelphia, il candidato alle presidenziali si è impegnato a "guarire le ferite razziali che affliggono il Paese da così tanto tempo", mentre nelle stesse ore l'ex presidente repubblicano George W. Bush ha detto che "è arrivato il momento per l'America di esaminare i suoi tragici fallimenti".

La denuncia di Papa Francesco e Ali Khamenei
Nel frattempo Papa Francesco e l’ayatollah Ali Khamenei hanno denunciato il razzismo strisciante presente negli Stati Uniti. "Cari fratelli e sorelle degli Stati Uniti - ha esordito il pontefice - seguo con grande preoccupazione i dolorosi disordini sociali che stanno accadendo nella vostra nazione in questi giorni, a seguito della tragica morte del signor George Floyd. Cari amici, non possiamo tollerare né chiudere gli occhi su qualsiasi tipo di razzismo o di esclusione e pretendere di difendere la sacralità di ogni vita umana. Nello stesso tempo dobbiamo riconoscere che la violenza delle ultime notti è autodistruttiva e autolesionista. Nulla si guadagna con la violenza - ha sottolineato il Papa, richiamando l'appello dei vescovi statunitensi - e tanto si perde. Oggi mi unisco alla chiesa di Saint Paul e Minneapolis, e di tutti gli Stati Uniti, nel pregare per il riposo dell'anima di George Floyd e di tutti gli altri che hanno perso la vita a causa del peccato di razzismo. Preghiamo per il conforto delle famiglie e degli amici affranti e preghiamo per la riconciliazione nazionale e la pace a cui aneliamo. Nostra Signora di Guadalupe, Madre dell'America, interceda per tutti coloro che lavorano per la pace e la giustizia nella vostra terra e nel mondo. Dio benedica tutti voi e le vostre famiglie". Per Khamenei "l'uccisione del cittadino nero George Floyd con un tale sangue freddo mostra la vera natura degli Stati Uniti, visto che hanno fatto lo stesso con altri Paesi del mondo come Siria, Afghanistan, Iraq e Vietnam". "L'accaduto - ha aggiunto l’Ayatollah - ha mostrato la realtà che gli Usa hanno nascosto al mondo. Il popolo americano ha ragione a vergognarsi della sua amministrazione. Ora anche alcuni iraniani dentro e fuori il Paese che hanno sostenuto gli Usa si vergognano”. “Oggi c’è il caos negli Stati Uniti, che sostengono di promuovere i diritti umani. Gli americani - ha concluso la guida spirituale di Teheran - non sono stati capaci neanche di interrompere la diffusione del Coronavirus”.

Foto © Imagoeconomica

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