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di Davide de Bari
Il fondatore di Emergency a Piazza Pulita: “Ringrazio medici e infermieri sono riusciti a fare cose straordinarie, nonostante le politiche sociali"

“Non nascondo che ho sentimenti di rabbia, perché in questo momento nel nostro Paese, dovremmo davvero essere uniti e far qualcosa per la comunità, si ragiona se fare delle commissioni per due sottomarini per 2.3 miliardi. Noi stiamo chiudendo le fabbriche, tranne quelle essenziali, e la nostra politica ritiene che le fabbriche di armi debbano restare aperte e andare avanti con le commesse militari. Questa è follia e un crimine sociale!”. Sono parole di rabbia quelle del fondatore di Emergency, Gino Strada, che ieri è intervenuto al programma di La7 Piazzapulita, condotto da Corrado Formigli, per denunciare come, durante l’emergenza sanitaria Covid-19, le fabbriche di armamenti siano ancora aperte. Il medico dapprima ha ricordato come la sanità pubblica sia stata massacrata dai tagli per anni, quindi ha tracciato un quadro della situazione attuale: "Forse bisognerà pensare dove mettere le nostre risorse. Non in armi. Non è normale che non si trovino le mascherine. Ogni ospedale dovrebbe essere munito di quello che serve proprio per le emergenze. Ma la preparazione per le emergenze non si può fare durante le emergenze!”. E poi ha aggiunto: “Io spero che si esca da qui, facendo sforzi enormi, per dotarci di letti di terapia intensiva. Solo il costo di un F-35 metteremo in piedi 1.500-2.000 letti di terapia intensiva. Nessuno vuole parlare di queste cose, è lì la mano della vicenda”.
Gino Strada ha anche denunciato che il personale medico “non ha le tute di protezione, quando è la primissima cosa da fare. Quando abbiamo avuto i primi casi di Ebola in Sierra Leone, 5 anni fa, la prima cosa che abbiamo fatto è stato montare una tenda fuori l’ospedale chirurgico per controllare gli ingressi alla struttura, perché se si infettasse, verrebbe meno la possibilità di curare chiunque, non soltanto chi ha quella malattia, ma anche altri pazienti che hanno il diabete o altre malattie”. Secondo il fondatore di Emergency, però, questo “non è il momento di far polemiche, i conti li faremo dopo. C’è bisogno che ciascuno si prenda la propria responsabilità”. L’emergenza della pandemia “passerà, se sapremo comportarci con responsabilità. - ha proseguito Strada - Mi preoccupo quando vedo gente che non segue le direttive o quando vedo che la nostra sanità è ridotta a una questione regionale, e quindi quelle con più risorse hanno più possibilità, questo è un sistema confuso e discriminante. Io vorrei tornare a quando ero ragazzo dove c’era un sistema sanitario nazionale e non regionale e c’era il ministro della sanità pubblica e non quello della salute”. Il medico ha anche parlato dei dati legati alle migliaia di morti del Covid-19: “Provo sentimenti di varia natura per il dolore delle migliaia di morti che non conosciamo neanche. Proprio oggi è uscito un rapporto dell’ISTAT, dove in molti comuni e città si è verificato, rispetto a un anno fa, un aumento di due, tre, quattro volte superiori delle morti. Quindi, non sappiamo esattamente quanti sono i morti, potrebbero essere tre o quattro volte superiore a quelle che son le cifre ufficiali”.
In conclusione, Gino Strada ha voluto ringraziare chi in questo momento è al fronte, come i medici, “ma soprattutto gli infermieri, che sono stati sempre pronti e che hanno tenuto in piedi il nostro sistema sanitario. Non è stato grazie alle politiche sanitarie, ma piuttosto che i nostri medici e infermieri sono riusciti, anche in questa occasione, a fare cose straordinarie. Non penso che si tratti di eroismo, ma di un grande senso di responsabilità, cosa che la nostra politica non dimostra”.

Guarda l'intervento di Gino Strada a Piazza Pulita dal minuto 28.50: Clicca qui!

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