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Firmato un nuovo decreto che prolunga le restrizioni fino al 13 aprile
Il Premier su Nove: “Rifarei tutto. Non ho paura, è una situazione che richiede coraggio, determinazione”
di Davide de Bari

“Il Mes? Sono stato chiaro con gli omologhi europei, lo considero uno strumento inadeguato per far fronte a questa emergenza. E' uno strumento per shock asimmetrici, noi stiamo attraversando uno tsunami epocale. Ho detto ai colleghi non mi riproponete questo Mes perché ai miei occhi e quello del mio Paese non ha alcuna considerazione”. Non ha usato mezze misure il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di ieri, a seguito dell’intervento sulla proroga delle misure di contenimento del coronavirus.
Nell’ultima settimana, in particolare con i Paesi del nord Europa, si è aperto un vero e proprio “braccio di ferro” nella discussione sugli aiuti economici agli Stati che si trovano a fronteggiare la pandemia. E l’Italia, nel Continente, è il più colpito. “Se verrà snaturato e posto nell'ambito di un ampio pacchetto di ventagli, - ha proseguito Conte - senza condizionalità preventive può essere uno strumento tra gli altri da elaborare, che ci permetterà di mettere in piedi una strategia europea, che ci consentirà di dire che l’Europa c’è e sta rispondendo in maniera unitaria”.
Il rapporto con l’Unione Europea è uno degli argomenti affrontati anche nel programma ‘Speciale Accordi&Disaccordi’, condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi ed in onda su Nove, che ha visto la partecipazione del numero uno di Palazzo Chigi, del giornalista Marco Travaglio e dell’attore Carlo Verdone.
“Il vento in Europa sta cambiando rispetto alle posizioni rigoriste, refrattarie a valutare qualsiasi prospettiva di iniziative comuni europee forti, vigorose e coordinate. - ha spiegato nuovamente il Premier - Questo vento, ribadisco, sta cambiando. Non siamo ancora arrivati al cambiamento totale, ma vedo che il dibattito è vivace anche in paesi come la Germania e l’Olanda. Abbiamo compiuto dei passi in avanti rispetto alle posizioni iniziali”.
Del resto, in questo momento di emergenza, in ballo, oltre alla vita delle persone c’è anche l’esistenza stessa dell’Unione Europea. Mai come ora è necessario un fronte unito. Se così non sarà, e si cadrà nelle solite bieche valutazioni economiche, cadrà il senso stesso dell'Europa.
Nell’intervista su Nove Conte ha ricordato che “la Bce ha disposto un sostegno, che non aveva fatto in passato, la presidente von der Leyen mi ha anticipato altre due misure che andranno in approvazione alla commissione, la prima di un fondo fino a 100 miliardi per consentire a tutti gli stati membri di attingere riguardo la cassa integrazione e poi utilizzo di tutti i fondi europei. Inizialmente si era fatta consunzione con il Mes, che non c’entra nulla. Tutti questi soldi potranno essere spesi senza che facciano ritorno e poi vengono elargirti senza più vincoli”.

Restrizioni prorogate
Il Presidente, come già annunciato nell’intervento di ieri pomeriggio, ha firmato un nuovo decreto con cui sono state prorogate le restrizioni fino al 13 aprile. “Il regime attuale continua - ha detto ieri - dobbiamo continuare a rispettare le regole. Adesso stiamo attraversando una fase molto delicata, c’è qualche timido segnale positivo di contenimento della curva epidemiologica, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Per questo motivo abbiamo disposto la proroga fino al 13 aprile, in modo che possiamo di volta in volta decidere se alleggerire o meno le restrizioni. Questo sempre con gradualità, seguendo le raccomandazioni del comitato tecnico-scientifico, assumendoci tutta la responsabilità politica”. Conte si è poi detto fiducioso: “Spero di entrare presto in una nuova fase, convivendo con un virus che riusciremo a tenere sotto controllo, superando la parte più acuta”. Il premier ha poi annunciato che ad oggi è difficile dire se per gli inizi di maggio saranno tolte le restrizioni: “Diciamo che è un'ipotesi non accreditata, in questo momento è troppo presto. I nostri esperti ogni giorno aggiornano i dati, quindi da oggi fino al 13 aprile avremmo tante rielaborazioni e ci assumeremo la responsabilità di seguirle. - ha proseguito - Gli italiani devono sapere che questo regime di prescrizione è necessario, nel momento in cui vedremo qualche possibilità di allentare la morsa, saremmo i primi a volerlo fare”. Rispondendo a una domanda riguardo alla circolare del Viminale in cui si faceva riferimento alla possibilità di uscire con i figli piccoli, Conte ha detto: "Noi non abbiamo autorizzato l'ora del passeggio con i bambini, in fase di interpretazione, abbiamo semplicemente detto che se ci sono dei bambini e minori quando un genitore va a fare la spesa si può consentire l'accompagno. Questa non deve essere l'occasione di andare a spasso e avere un allentamento delle misure restrittive".

“Rifarei tutto”
Durante la trasmissione su Nove sono stati ripercorsi i vari momenti di questa crisi, valutando l’azione di governo e se, eventualmente, si sarebbe potuto agire in maniera diversa. "Noi fino adesso abbiamo seguito linearità di criteri. - ha detto - Poi per carità, non sono infallibile, ma è la ragione per cui tornando indietro rifarei tutto insieme al ministro Speranza. Abbiamo detto che la priorità era salute dei cittadini, abbiamo detto che avremmo agito con trasparenza”. Secondo il presidente, adottando questo “criterio”, “abbiamo detto che dovevamo avere le valutazioni di esperti e scienziati. Questo criterio ci ha portato a scegliere delle misure. In Europa siamo stati i primi a chiudere i voli per e da la Cina. Anche perché la nostra compagnia bandiera non volava in Cina". "Con quei voli arrivavano 40mila e più passeggeri al mese, ma come li trattavamo? Lì abbiamo fatto crollare il traffico della Cina, poi abbiamo fatto un controllo degli aeroporti, ma - ha proseguito il presidente del Consiglio dei Ministri - se continuavamo quella linea, non c'era forza per controllare flusso. Noi abbiamo subito fatto intervenire la Protezione civile. Tornando indietro, con il 'senno di poi sono piene le fosse', non avevamo consapevolezza, non potevamo immaginare che si era sviluppato un focolaio a Codogno. Sarebbe bello avere una palla di vetro''. Sempre riguardo la gestione dell’emergenza Covid-19, Conte ha affermato di aver "avvertito tutta la finitezza dell'essere umano, come dice il Papa. Ho paura? No, è una situazione che richiede coraggio, determinazione. E' tale la responsabilità verso 60 milioni di cittadini che questo mi fa moltiplicare le energie. Ho un grande compito, in questo momento tante persone dipendono dalle mie decisioni e da quelle delle altre istituzioni coinvolte". E poi ha proseguito: “Non avrei mai immaginato di ritrovarmi Presidente del Consiglio e misurarmi con una contabilità di decessi così elevata. Non sono numeri, ma sono storie di vita, storie familiari che si spezzano, che ci addolorano. Tutto questo mi rende pienamente consapevole che bisogna ragionare con la testa ma anche con il cuore altrimenti non andiamo lontano”.

La commozione in diretta
Parlando delle vittime del contagio del Coronavirus, Conte ha ricordato con commozione quello che è stato il momento più difficile che si è trovato ad affrontare: "E' stato quando abbiamo dovuto per la prima volta disporre la zona rossa nei comuni del lodigiano. Dieci comuni, 50mila abitanti. E allo stesso modo per Vò. Io sono un giurista, non era mai successo prima. E poi la lista dei decessi: quando ho dovuto confrontarmi coi primi decessi abbiamo toccato con mano una ferita che si sarebbe aperta sempre più”. E poi ha aggiunto: "Io risponderò del mio operato. Non scapperò assolutamente”. “Sono sicuro che la lista dei patrioti, non chiamiamoli eroi, sarà lunghissima. - ha proseguito Conte - E dall'altra parte spero che la lista dei disertori rimanga bianca".

Il confronto con le opposizioni

Nel corso dell’intervista su Nove un altro argomento affrontato è stato quello sul confronto con le altre forze politiche, compreso Matteo Renzi, ultimamente critico rispetto alcune decisioni del Governo: "Nel dibattito pubblico c’è una varietà di posizioni tra cui c’è anche quella del senatore Renzi. Io ho la responsabilità di affidarmi al confronto costante coi nostri tecnici e i nostri scienziati. Sono i nostri compagni di viaggio". “Noi - ha aggiunto - già ci stiamo predisponendo per lavorare in questa prospettiva per non farci trovare impreparati".
Conte ha spiegato che “Io sono stato chiaro con le opposizioni. Vorrei un confronto serrato ma fare proposte non realistiche e strumentali non ci porta da nessuna parte. Bisogna misurarsi con un quadro di finanza pubblica che è quella che è. Bisogna misurarsi con proposte sostenibili perché le casse dello stato languono. Mi auguro che le opposizioni possano sedersi al tavolo senza ambiguità”.
Infine Conte è tornato ad invitare tutti ad assumersi le proprie responsabilità per far fronte a questa emergenza senza precedenti: "Affronteremo settimane e mesi molto complicati. Qualcuno ha sollevato la metafora della guerra. E' una metafora che si addice. Come in ogni guerra si sarà una fase recessiva, ci sono ristrettezze che si impongono ad ampie fasce di popolazione. Bisogna affrontare questa guerra con la responsabilità che deve avere un rappresentante istituzionale, e lo è anche un leader di una forza dell’opposizione". Quindi ha concluso: "E’ facile dire in questo momento che si vogliono dare 2mila euro a tutti, ma le proposte devono essere praticabili. Io sono pronto anche al dibattito che verrà su cosa ha funzionato e cosa no. Ma in questo momento ognuno si deve assumere le proprie responsabilità".

Foto © Imagoeconomica

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