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di AMDuemila
Il pm Cieri: "Dimostrata la collusione"

"Un delitto come questo, nonostante il tempo passato e la condotta successiva dell'imputato, non merita altra pena che l'ergastolo". Così il pm Enrico Cieri ha concluso la prima parte della requisitoria nei confronti di Gilberto Cavallini, imputato per la Strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, costata la vita a 85 persone e il ferimento di altre 200. "Se doveste ritenere che Cavallini - ha detto Cieri rivolgendosi ai giudici della Corte d'Assise - abbia semplicemente offerto ai tre condannati in via definitiva (Mambro, Fioravanti e Ciavardini) solo un passaggio fino a Bologna, mentre lui si dedicava ad altro, quantomeno dovreste ritenere il contributo di aver offerto una base logistica e documenti contraffatti, in tutti i casi si tratta di una condotta di partecipazione colpevole alla Strage, che lo deve far ritenere responsabile".
Nel corso della sua discussione il magistrato ha rappresentato l'esistenza di "quattro chiodi" alla base della richiesta di ergastolo. Il primo elemento, secondo il pm, è dato dalle dichiarazioni di Massimo Sparti, principale accusatore dei Nar per la Strage, "ancora mai contraddette", e il movente dell'omicidio di Francesco Mangiameli, leader siciliano di Terza Posizione, ucciso perché avrebbe potuto rivelare "sconcertanti responsabilità sulla Strage". E ancora, la telefonata di Luigi Ciavardini a Cecilia Loreti, sua amica, per avvisarla di posticipare un viaggio a Venezia dal 2 al 3 agosto, poi infine il fatto che l'alibi fornito dai Nar per il giorno della Strage è "fasullo". "Non è credibile - ha detto Cieri - che i quattro, la mattina del 2 agosto 1980, si siano divisi, che solo in tre siano andati a Bologna con 15 chili di tritolo, non si capisce come, visto che erano tutti insieme nella macchina di Flavia Sbrojavacca, che invece Cavallini sia andato a Venezia da solo per far filettare un'arma".
"La richiesta di ergastolo del pm per Gilberto Cavallini è l'unica che poteva essere fatta, era scontata - ha commentato all'AdnKronos il Presidente dell'associazione tra i parenti delle vittime della strage del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi - Il processo ha determinato chiaramente la collusione di Cavallini nell'esecuzione della strage e non solo un appoggio logistico agli autori dell'attentato. Finalmente, da questo punto di vista, stiamo arrivando a conclusione, ma ora si apre tutto un altro capitolo che speriamo inizi presto e porti alla sbarra chi ha voluto questa strage: i mandanti".

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