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di Davide de Bari - Video
Il magistrato a “Otto e mezzo”: “Dal M5s mi aspettavo la rivoluzione, cosa che non c’è stata”

La ‘Ndrangheta una delle mafie più potenti al mondo che è stata capace di creare una “rete invisibile” che collega narcotraffico, vendita di armi, traffico di rifiuti tossici, riciclaggio con l’imprenditoria, massoneria, finanza e politica. E’ di questo che si occupa l’ultimo libro del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e del professore Antonio Nicaso dal titolo “La rete degli invisibili” (ed. Mondadori), presentato ieri sera al programma televisivo Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber. “I nuovi boss sono degli incensurati, professionisti al di sopra di ogni sospetto e muovono le fila degli utili e sono portatori d’acqua al pozzo del capo locale - ha spiegato Nicola Gratteri durante la trasmissione di La7 - Loro si trovano in Calabria, ma anche a Milano, Torino, Reggio Emilia e Verona”. Il libro di Gratteri e Nicaso parla di una ‘Ndrangheta che, nell’era digitale, dispone di tutte le tecnologie dell’alta finanza per investire, riciclare tutti i proventi provenienti dalle sue attività, come l’utilizzo delle cripto valute. E’ così che i due autori hanno voluto smascherare quella ‘Ndrangheta che si crede invisibile all’interno del mondo.
la rete degli invisibiliUn altro tema attualissimo, sempre legato al contrasto alla criminalità, affrontato durante la trasmissione della Gruber, è stato la prescrizione che in questi ultimi giorni è tornata alla ribalta delle cronache politiche. “Si è discusso del fatto che la prescrizione deve decorrere con la richiesta di rinvio a giudizio o la sentenza di primo grado, ma poi si è deciso su quest’ultima - ha detto il magistrato calabrese - Io penso che un discorso del genere non vada bene perché dobbiamo domandarci prima per quale motivo un fascicolo resta fermo nell’ufficio del pm per 5 anni e poi nell’armadio del giudice? Il sistema giudiziario messo così è troppo farraginoso, non è proporzionato alla realtà criminale del 2019 e quindi vanno fatte mille riforme per rivoluzionarlo, però tenendo presente la Costituzione. - ha proseguito - Ancora oggi mentre noi parliamo ci sono 4mila carabinieri che si alzano e vanno in giro a fare i notificatori in un mondo ormai concesso a internet dove basterebbe avere la posta certificata per chi ha 18 anni. Questo ho scritto nella riforma presentata qualche anno fa di cui è passato solo un articolo, quello che riguarda il processo a distanza. Un'iniziativa che ha fatto risparmiare 70 milioni di euro che possono essere utilizzati per fare concorsi per operatori, cancellieri e dirigenti. Così si deve ragionare se si vuole cambiare il sistema”. E poi ha aggiunto: “Io da M5s mi aspettavo una rivoluzione che non c’è stata e si è perso molto tempo. Le prime riforme si fanno nei primi sei mesi perché in tutti i governi man mano che passano i mesi ha sempre meno forza. Penso che si sia persa una grandissima occasione”.



“Contrasto alle mafie? Meno poliziotti in strada e più investigatori”

Durante il programma si è parlato anche dell’operato del ministero dell’interno in questi anni e riguardo questo Gratteri ha spiegato: “Maledettamente nel 2010 qualcuno ha bloccato le assunzioni nelle forze dell’ordine e oggi siamo alla canna del gas, anche per colpa di quota 100. Abbiamo dei buchi spaventosi nelle piante organiche, perché quelli che vanno in pensione non vengono sostituiti in tempo. Salvini? Secondo me, ha perso troppo tempo parlando di immigrazione, quando andavano ristrutturate tutte le forze dell’ordine. Bisognava fare più concorsi, andavano assunti più giovani. Questo è il compito immediato di un ministro dell’Interno: andare a battere cassa per fare una rivoluzione”. Secondo il magistrato quello che si deve capire è che “le mafie si contrastano non con la polizia nelle strade, che serve a poco, ma con investigatori, gente con la cuffia sulla testa che sente le intercettazioni, gente che va a fare i riscontri documentali di quelle intercettazioni negli uffici. Quindi, dobbiamo cercare di essere più seri. Tu, ministro della Giustizia, creami un sistema giudiziario forte e tu, ministro dell’Interno, creami una macchina investigativa proporzionata alla realtà criminale”. Sempre riguardo all’operato dell’ex ministro Salvini, Gratteri ha poi aggiunto: “Ha perso settimane dietro a cose di nicchia, come le rapine nelle ville. Sono dodici rapine in un anno nelle ville. E intanto ci sono la ‘ndrangheta, che sta comprando tutto ciò che è in vendita da Roma in su, e le tonnellate di cocaina che ogni mese arrivano in Europa”.

Lotta all’evasione
Il procuratore capo di Catanzaro si è anche espresso sul tema della lotta all’evasione e sul tetto al contante. “Il tetto al contante è importante e serve soprattutto per la piccola e la media evasione. Per la grande evasione serve invece un sistema giudiziario serio perché vale come un'altra Finanziaria - ha spiegato - Sento l'espressione 'manette agli evasori’ da 15 anni. Ma in carcere gli evasori ci andranno non alzando il massimo della pena, ma il minimo. Non esiste una sola ricetta per risolvere il problema, serve la volontà. Per cambiare i costumi di un popolo servono almeno 10-15 anni. Ma quale Governo può dire di aver messo come priorità la lotta alle mafie e la modifica del processo penale?”.
Il magistrato ha anche risposto alle accuse di chi, come la deputata Pd Enza Bruno Bossio, lo ha accusato di aver consigliato al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, di non ricandidare alle prossime elezioni regionali calabresi il presidente uscente Mario Oliverio. Quest’ultimo, assieme alla stessa Bruno Bossio, sono accusati di corruzione dalla procura di Catanzaro, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio. “Dicono che io abbia tanti poteri. Ogni tre mesi sono di Forza Italia, del Pd, della Lega, dei 5 Stelle. Sono di tutti i partiti. La verità è che ognuno deve difendersi e rispondere dei reati di cui è accusato nei processi. Se cercano di tirare Gratteri da un lato o dall’altro, perde tempo. Ho le spalle molto larghe e un sistema nervoso d’acciaio”. E poi ha concluso: “Io non ho nessun problema. Faccio questo lavoro dal 1986. Non vado né al mare, né al cinema da 20 anni. Quindi, si figuri se io mio preoccupo di queste provocazioni. Sono allenato a qualsiasi cosa, reggo qualsiasi tipo di provocazione e non faccio, né farò mai falli di reazione. In Calabria e in Italia ho tanti provocatori che sistematicamente e scientificamente ogni giorno ci provano con me. Ma si devono rassegnare, perché perdono solo tempo. Ognuno di noi cerchi di essere coerente con quello che dice e soprattutto cerchi di essere onesto”.

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