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di Jamil El Sadi - Fotogallery
7 giorni, 150 Paesi, più di 6000 eventi e oltre 4 milioni di persone per gridare “Il mondo si sta svegliando. Il cambiamento sta arrivando

Avete rubato la mia infanzia”, ha detto Greta Thunberg martedì 24 settembre durante il Summit delle Nazioni Unite per il clima. Parole decise che hanno dato seguito ad azioni concrete. Ieri in tutto il mondo milioni di giovani, e non solo, sono scesi nelle strade e nelle piazze per manifestare durante il “3° Global Strike” in tutte le lingue un unico grido: “Ci state rubando il futuro”. Il movimento del Fridays For Future, ispirato dall’esempio della 16enne svedese, ha manifestato in 27 Paesi nel mondo compreso il nostro Paese, coinvolgendo 180 città tra cui Roma, Milano, Firenze, Venezia e Palermo. Gli obbiettivi sono stati chiari e comuni a tutte le delegazioni del così detto “FFF” (Fridays For Future): la riduzione delle emissioni di CO2, migliorare l’utilizzo delle risorse planetarie e, soprattutto, l’applicazione ed il rispetto del trattato di Parigi. Quest’ultimo, stipulato nel 2015 nella capitale francese durante la “COP 21”, rappresenta l’accordo tra gli stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si occupa della riduzione di emissione di gas serra a partire dall'anno 2020. È stato il Summit più noto mai fatto dopo quello di Copenhagen (2009) e chi ne ha aderito ha l’obbligo di impegnarsi nella riduzione dell’emissione di CO2 affinché l’aumento della temperatura stia ben al di sotto dei 2 gradi. Mancano pochi mesi alla sua messa in atto ma, ad oggi, molti Stati non sembrano avere politiche coerenti con questo trattato. Su tutti spiccano Trump e i “suoi” Stati Uniti d’America. Il Presidente Americano, a seguito dell’intervento di Greta Thunberg all’ONU, non si è degnato di spendere parole a favore della giovane svedese bensì ne ha ironizzato la sua “fanciullezza” con un Tweet. D’altronde cosa aspettarsi dal Presidente dello Stato con le maggiori industrie belliche e petrolifere del mondo. Sono già “troppi” i 15 minuti che ha trascorso seduto nella sua poltrona durante il Summit per il clima, dato che era al Palazzo di Vetro per impegni di altra natura. Stessa cosa per il presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, anche lui intervenuto al Summit delle Nazioni Unite per il clima, che ha definito la giovane attivista come una ragazza con “posizioni molto radicali che rischiano di creare antagonismi nella società”.
Ma nonostante tutto, ieri milioni di cittadini del mondo hanno fatto sentire la loro voce gridando e manifestando con lunghi cortei ed enormi “sit-in” nelle piazze. Tante le associazioni ed i movimenti che hanno partecipato alle attività. Libera, Legambiente ed Our Voice sono solo alcuni dei nomi che hanno colorato ancora di più i cortei con interventi lungo tutto il territorio nazionale.


Proprio il movimento culturale artistico Our Voice ha manifestato contemporaneamente a Milano, Firenze, Alessandria, Torino, Udine, Ancona e Gubbio. In quest’ultima città, inoltre, è stato l’organizzatore della manifestazione che ha contato migliaia di giovani manifestanti. “Manifestazioni così grandi non si vedevano dagli anni ’70”, hanno detto alcuni cittadini eugubini lì presenti. Ma grazie alla sua natura internazionale il movimento Our Voice ha fatto sentire la propria voce anche in decine di città sudemaricane tra cui Buenos Aires (Argentina) e Montevideo (Uruguay).
La sua fondatrice e direttrice generale, Sonia Bongiovanni, assieme alla giovane attrice Elisa Pagano ha partecipato al “sit-in” organizzato dal “FFF” di Ancona nel capoluogo marchigiano aperto dagli organizzatori. “Abbiamo una traiettoria politico-economica mondiale che, invece di contenere l’aumento della temperatura intorno a 1.5 gradi, comporterà un aumento di 3 gradi. - ha detto Jacopo, uno dei referenti - Si deve usufruire delle risorse del Pianeta in maniera intelligente. Al momento il genere umano vive con un dispendio di energie superiore a quello che la Terra può sostenere. Consumiamo energie tali da aver bisogno di 1.75 pianeti a nostra disposizione”. In seguito ha lasciato la parola alle scuole del capoluogo per poi far intervenire Sonia Bongiovanni.
Oggi le 90 aziende più importanti al mondo sono responsabili del 50% del cambiamento climatico globale. - ha detto la fondatrice di Our Voice - Tra queste la Bayern, la Monsanto e l’ex Ilva di Taranto”. La giovane attivista ha poi rivolto l’attenzione nella denuncia centrale di Our Voice: la lotta alla mafia. “In Italia aziende di tutta Europa nel corso dei decenni hanno sotterrato illegalmente centinaia di tonnellate di rifiuti tossici attraverso le criminalità organizzate. Ci sono campi in cui si accendono fuochi spontanei a causa delle sostanze chimiche, nucleari e tossiche - ha continuato Sonia - che si trovano sotto molte terre campane le cui falde acquifere sono inquinate irreversibilmente”. In riferimento, invece, alla mission della giornata ha affermato con decisione che: “Dobbiamo cambiare le nostre abitudini per risolvere il cambiamento climatico”. “Noi giovani non ci sentiamo identificati dalle persone che come Trump o Salvini (visto il voto contrario della Lega all’accordo di Parigi ratificato dall’UE, ndr). Noi giovani non siamo come loro”, ha detto Sonia a conclusione del suo discorso. È poi la volta dell’interpretazione della giovane Elisa che attraverso l’arte della recitazione si è messa nei panni di Madre Natura dicendo che: “Se l’uomo mi darà pace allora regalerò sole e brezza, ma se mi darà guerra, violenza e sopruso sarà meglio che scappiate perché sarò implacabile. Ma prima che la terra si scateni, il fuoco arda e il vento spazi via, sarete scomparsi da un destino inesorabile a cui andate incontro: l’autodistruzione”.
Quello celebrato ieri è solo il terzo “Global Strike”. Nel mondo si parla di potenti e di ambiente, di trattati e di COP (“Conference of the parties”). In sintesi, si parla di futuro. Ma se è vero che i giovani sono il futuro, allora i cari Presidenti Trump, Macron, Bolsonaro e tutti coloro che non sono in sintonia con la filosofia di Greta possono mettersi l’anima in pace: loro sono già il passato di un mondo che vuole cambiare e non solo con le parole ma con i fatti.

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