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di AMDuemila
Il presidente del Consiglio: “Mia dignità sta nel servire interesse nazionale”

"Evocate spesso il concetto di dignità, ma la dignità per ruolo e funzioni del presidente del Consiglio non può essere a seconda che sia o meno con voi al governo. Ieri ero alfiere dell'interesse nazionale e oggi scopro che non lo sono mai stato. La dignità deriva solamente da svolgere le mie funzioni con disciplina e onore e servire gli interessi degli italiani”. E’ così che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato davanti al Senato a Palazzo Madama per ricevere la fiducia al suo governo, che è arrivata con 169 voti favorevoli, contrari 133 e 5 gli astenuti. "Al lavoro con coraggio e determinazione" ha detto il premier, sottolineando come si aprirà "una stagione riformatrice di rilancio e speranza". La "costituzione e il rispetto delle istituzioni" saranno "la nostra bussola" e "gli interessi degli italiani il nostro obiettivo".
Durante il suo discorso, Conte si è poi rivolto alla Lega di Matteo Salvini: “Errare è umano, cercare di dare agli altri la colpa per i propri errori è un modo, in politica, per conservare la propria leadership”. E poi ancora: “Assegnare ad altri le proprio colpe è il più limpido il più lineare percorso per rimanere deresponsabilizzati a vita - ha detto - Le critiche che mi sono arrivate dalle opposizioni sono per la maggior parte ancorate al passato, a quel 9 agosto quando qualcuno con una certa arroganza e scarse cognizioni di diritto costituzionale ha attivato unilateralmente una crisi di governo, pensando di poter unilateralmente portare il Paese a elezioni, peraltro da ministro dell'Interno”.
Per quanto riguarda la questione dei migranti, Conte ha spiegato che “va gestito a livello europeo e va modificato il regolamento di Dublino” e sul decreto sicurezza ha detto che “questo governo raccoglierà le osservazioni del Presidente della Repubblica”. In un altro passaggio, il premier ha detto che è “impensabile che l'Europa investa una misura molto meno consistente rispetto a quello che investe la Cina in Africa. Dobbiamo lavorare secondo un modello di partenariato tra pari affinché tra Paesi africani e Europa si possa intensificare la cooperazione”.
Riguardo la crescita, il presidente ha chiesto all’aiuto alle imprese: “Questo è il momento per potenziare tutti strumenti per consentire alle nostre imprese di crescere, sul piano della competitività, anche all'estero. Piccolo è bello, ma se consentiamo al piccolo di rafforzarsi è ancora più bello. Chiederemo alle imprese e al mondo produttivo che ci aiutino a disegnare la società che vogliamo”. Inoltre, ha parlato anche di come sia inutile potenziale la scuola e la ricerca se i giovani lasciano l’Italia: “Possiamo potenziare la ricerca, ma se poi i nostri giovani vanno all'estero sarà un investimento improduttivo. Per questo bisogna fare in modo che il nostro sistema sia attraente per i giovani stranieri che si potranno trasferire in Italia perché troveranno qui un ambiente più smart per la ricerca”.

Foto © Imagoeconomica

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