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di Davide de Bari - Video
“Il ministro dell’Interno non è mai venuto in commissione, nonostante i continui inviti”

"In terra di Calabria ostentare il rosario, votarsi alla Madonna, dove c’è il santuario cui la ‘Ndrangheta ha deciso di consegnarsi, significa mandare messaggi che uomini di Stato, soprattutto ministri degli Interni, devono ben guardarsi dal mandare”. E’ stato un duro intervento quello all’interno del dibattito ieri al Senato, che ha visto concludersi con le dimissioni del premier Giuseppe Conte, del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra che non si è risparmiato nell’evidenziare i comportamenti da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che potrebbe lanciare un segnale alla ‘Ndrangheta. “Matteo Salvini dopo che l'8 di agosto ha fatto sapere urbi et orbi che bisognava interrompere l'esperienza di governo - ha ricordato - ha avviato un tour, non un pellegrinaggio, incontrando cittadini, venendo contestato, ma soprattutto ostentando il rosario”. Per Morra “sicuramente è stato per ignoranza, quindi Padre perdonalo perché non sapeva quello che faceva”.
Morra ha poi parlato degli inviti inviati al ministro dell’Interno per un’audizione in commissione, che però sono arrivati al destinatario, ma non hanno ricevuto risposta. “Pochi giorni prima dell’omicidio di Natale di Marcello Bruzzese, in via informale, avevo inviato segnali e messaggi al ministro, per organizzare un’audizione. Questo al fine di ragionare insieme al titolare dell’azione di contrasto alle mafie, come il Parlamento e il governo volessero attuare un impegno per dire basta con un fenomeno che sta prendendo piede in tante parti del paese”. “Ho sollecitato il ministro per vie formali e informali anche tramite i colleghi in commissione della Lega, ma il messaggio non ha avuto risposta. - ha continuato - Questa è una scorrettezza istituzionale e anche mancanza di educazione”.
Il presidente della commissione antimafia ha detto chiaramente che “Salvini ha preso per i fondelli il Parlamento” in quanto, dopo tutti gli inviti, “il 7 agosto ho visto il ministro in Senato e gli ho chiesto quando aveva intenzione di farsi vedere in commissione antimafia. Gli ho detto che aveva il dovere e il diritto di venire e dire cosa aveva intenzione di fare per combattere le mafie, esattamente come scrive sui social. Mi ha risposto che sarebbe venuto il prima possibile”.
Secondo Morra “Salvini non ha idea di che cosa sia una seria azione di contrasto alle mafie, per questo ha avuto paura di venire in commissione”. E ancora: “Lei scrive che le mafie si combattono andando a contrastare lo spaccio di droga e la prostituzione. Forse qualcuno ci ha insegnato che le mafie si sono dotate di menti raffinatissime. - ha proseguito - Adesso le mafie si avvalgono della Block Change e utilizzano le cripto valute, sono diventate detentrici, in particolare la ‘Ndrangheta, del monopolio della droga e riescono a pagare attraverso strumenti finanziari ineccepibili e modernissimi”. Dunque, se “tu Matteo Salvini non riesci nemmeno a comprendere quanto è fondamentale intervenire sul diritto fallimentare, societario e bancario per impedire in radice reati che vengono commessi per la fatturazione per operazioni inesistenti. Noi abbiamo una normativa che non va nel penale, ma solo in amministrativo”. Per questo le mafie “o si combattono con la volontà di dire in faccia cosa va cambiato anche venendo in commissione e avendo l’umiltà di essere criticati. Perché questo significa essere in democrazia”.
Nel concludere il suo intervenuto, Morra ha detto che “non si chiedono pieni poteri - ha spiegato - voi dovreste ricordare che il popolo italiano è stato capace di partorire un carta costituzionale che ha convinto tutti e se qualcuno non si vuole attenere alla costituzione ha dimenticato cosa siano i valori di libertà e democrazia”.

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