Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Aaron Pettinari
Video-intervista al sostituto procuratore generale di Messina

“Il senso dell’istituzione CSM è quello di garantire l’indipendenza della magistratura dai controlli esterni, andarsi a discutere le nomine con gli esterni è più di un controllo esterno, è una consegna al potere esterno, il chè vanifica tutta l’impalcatura”. Sono queste le parole del sostituto procuratore generale di Messina, Felice Lima, rispondendo alle domande del caporedattore di ANTIMAFIADuemilaAaron Pettinari. Il magistrato ha parlato del terremoto che ha scosso e tutt’ora scuote Palazzo dei Marescialli, sede del CSM, a seguito degli scandali emersi sulle nomine dei magistrati.
"Ciò che è emerso è inaccettabile. I dati di fatto - ha commentato il magistrato - sono che questi scandali hanno fatto venire sui giornali cose che c’erano anche prima ma non si conoscevano. E peggio ancora cose che si conoscevano nella loro sostanza e venivano negate dai protagonisti che accusavano chi le denunciava di farneticazione e complottismo". Ma la vicenda emersa non è altro, secondo Lima, che l'esempio lampante della "sociologica" tendenza alla "conservazione" che caratterizza tutti i sistemi; siano essi politici, economici o giudiziari. "Tutti i sistemi tendono a mantenere lo status quo perché chi lì governa ha un suo vantaggio. - ha spiegato Lima - Ogni volta che c’è una crisi c’è l’opportunità di cambiare lo status quo e dipende dai cittadini. In questo momento ci sono forze che faticano tanto e si impegnano tanto per nascondere tutto e fare in modo che questi scandali alla fine passino come un piccolo temporale estivo, sta ai cittadini battersi perché questi scandali lasciano dei segni profondi di cambiamento reale".
Il sostituto procuratore di Messina si è poi soffermato sulle stragi del 1992-1993, uno dei temi principali della serata, e sulla ricerca delle verità. "Non si può scegliere tra dire la verità e non dirla. - ha detto il magistrato - Dire la verità è un dovere di tutti i pubblici funzionari quindi si resta sempre sgomenti all’idea che ancora non sappiamo la verità sulla strage di Ustica, Bologna e del 1992. In alcuni casi è fisiologico che tutta o parte della verità non si sappia perchè non siamo riusciti a scoprirlo c’è un limite umano fisiologico alla capacità di conoscere le cose. Ma in molti casi è assolutamente certo che la verità è stata non cercata e addirittura nascosta. Basti pensare al processo di via d’Amelio dove è emerso incontrovertibilmente che indipendentemente da chi ne siano stati gli autori c’è stata una grandissima mistificazione e revisione della verità, prova ne sia che ne siano stati revisionate, in senso processual-penalistico, le condanne dei presunti inizialmente autori della strage che oggi sono ritenuti innocenti rispetto a quei fatti. Ci sono tantissime cose palesemente false che invece sono state lasciate passare nel silenzio e sono state accettate più o meno supinamente". E la ragione per la quale si sa ancora poco su quella stagione di sangue è perché, sempre secondo il ragionamento di Lima, al popolo evidentemente "sta bene" così. "Il popolo sembra non capire che quando vuole una cosa veramente la ottiene - quindi - se noi dessimo prova che veramente vogliamo sapere la verità ce la darebbero. Il fatto è - ha concluso - che noi tutto sommato ci accontentiamo dei raccontini".

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos