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di Jean Georges Almendras
Per la prima volta l'arte teatrale del Movimento Culturale Our Voice (La nostra voce, impegnata nelle cause sociali nel mondo) è stata presente in Via Corrientes, nella grande Buenos Aires.
Per la prima volta il circuito dei luminari del mondo dello spettacolo, della notte buenosairiana, ha visto (tra i protagonisti abituali delle sale del teatro e del cinema) la partecipazione di altri protagonisti: i nostri giovani. Giovani - quasi trenta in totale - che si sono avvicinati all'auditorium situato nella libreria Lozada.
In Via Corrientes e Via Montevideo. Un punto nevralgico della capitale argentina: dove il sabato notte il traffico automobilistico e pedonale è intenso; e che, negli altri giorni della settimana, è uno scenario costante di proteste sociali, di mobilitazioni sindacali e anche di repressione poliziesca.
I giovani di Our Voice, quindi, hanno occupato la piccola sala e con puntualità inglese hanno iniziato la loro presentazione.
Le scene si sono succedute. Le storie di "Sueño Blanco" si sono delineate. Gli attori sono stati consegnati ai loro rispettivi personaggi. E il messaggio impegnato di Our Voice stava guadagnando la scena.
Dalla platea, uomini, donne e giovani hanno gradualmente scoperto il pensiero vivente del Movimento; il pensiero vivente di ciascuno dei suoi membri e, attraverso di loro: il pensiero di una società stufa di ingiustizie sociali e sovraccarica di forza per rivendicare il potere: verità, giustizia, libertà, rispetto per il prossimo e i popoli nativi, e rispetto per la libertà di preservare la memoria.
Quella memoria sabotata dai livelli di coloro che sono ancora aggrappati ai tempi della dittatura militare e a quelle ideologie che hanno distrutto generazioni, annaffiando le strade con sangue, dolore e morte. Le ideologie autoritarie si diffondono pericolosamente in tutta l'America Latina.
Mantenendo il ritmo di recitazione della presentazione nell'edificio dell'ex ESMA (sabato 22) i giovani sul palco non hanno deluso una virgola della loro missione: trasmettere con la loro arte, con il loro talento e la loro dedizione tutto il bagaglio della conoscenza e della coscienza, destinato a rafforzare l'unione tra gli uomini e la pace nel mondo.
Partendo da questa premessa, il cast di Our Voice è approdato nella sala teatrale di Via Corrientes e ha raggiunto un ottimo risultato.
Poi è arrivato il momento della riflessione e del dialogo con il pubblico.
Il coordinatore di Our Voice del Sudamerica, Matías Guffanti, officiando come un maestro di cerimonie, ha convocato sul palco il Dr. Juan Alberto Rambaldo, che, rappresentando Antimafia Dos Mil Argentina, ha contribuito con una riflessione direttamente correlata alla lotta contro la dittatura, dando valore alle lotte del passato e del presente, contro un sistema imposto dal capitale finanziario, esteso in tutta l’America Latina. E’ stata la visione di un uomo che in quegli anni di terrore ha vissuto la militanza nella lotta contro la dittatura, facendo parte dei movimenti studenteschi di quei giorni. In questo contesto, Rambaldo ha trasmesso al pubblico il concetto di resistenza, come l'unico mezzo praticabile per invertire una situazione di estrema preoccupazione, dovuta all’autoritarismo dominante.
Anche altri spettatori hanno espresso la loro opinione, ciò che li aveva segnati quella notte, come il messaggio esplicito di Our Voice fosse stato senza dubbio valutato senza restrizioni.
Quindi, per la prima volta, Our Voice è stato presente in una sala teatrale in Via Corrientes, e il mondo dello spettacolo non ha avuto scelta: doveva "familiarizzare" con il teatro d'avanguardia.
Il teatro d'avanguardia del Movimento Our Voice, che continua avanzando a passi da gigante, in Sud America.

Foto © Erika Pais

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