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il caso marcinkus hqdi Karim El Sadi - Video
L’ombra dell'arcivescovo nelle stanze della Santa Sede nel nuovo libro di Fabio Marchese Ragone

Soldi, mafia, pedofilia, potere. Sono questi i temi scottanti racchiusi all’interno del libro Il caso Marcinkus. Il banchiere di Dio e la lotta di papa Francesco alle finanze maledette, edizione Chiarelettere. Il libro, uscito in questi giorni in libreria, è stato presentato nel corso di un’intervista in diretta dell’agenzia Adnkronos Live dall’autore giornalista vaticanista Fabio Marchese Ragone. Il volume fa uno “zoom in”, come suggerisce il titolo, su un personaggio avvolto da misteri che ebbe ruoli chiave all’interno e all’esterno del Vaticano, lasciando in eredità l’immagine di una Chiesa corrotta dal potere e dal denaro. L’arcivescovo statunitense Paul Marcinkus. Marcinkus, detto anche il "Banchiere di Dio", era il direttore dello Ior, nonché organizzatore della servizio di sicurezza di sua Santità Paolo VI. Era il 1982 quando il Banco ambrosiano fu liquidato, Roberto Calvi fu trovato impiccato sotto un ponte londinese e Marcinkus fu accusato di aver avuto un ruolo centrale nel crac del banco milanese. Quello stesso anno fu istituita la commissione mista Italia-Vaticano per l’accertamento della verità su quei fatti. Cinque anni dopo, nel 1987, i magistrati italiani spiccarono nei suoi confronti, e in quelli di due suoi collaboratori, un mandato di cattura internazionale per concorso in bancarotta fraudolenta. Ma Marcinkus non finì mai dietro le sbarre poiché, come ha ricordato Fabio Marchese Ragone, così come i suoi fedelissimi “scappò in Vaticano dove non poteva essere arrestato perché zona extraterritoriale e quindi non potevano toccarlo”. Da quell’anno “è stata fatta una grande attività di riordino di tutta la clientela sulla base di regole molto precise da cui e impossibile tornare indietro” come disse il direttore generale dello Ior, Gian Franco Mammi. Ma è anche vero, e lo dimostrano i fatti illustrati nel libro, che sullo sfondo rimane sempre un filo sottilissimo, quasi invisibile, che lega “la banca di Dio” a quei complotti e quelle trame più oscure che caratterizzarono gli anni della gestione Marcinkus, protagonista indiscusso della stagione più misteriosa della storia dell’Istituto per le opere di religione. Oggi, dopo quegli avvenimenti, Papa Francesco ha tentato di riqualificare ulteriormente lo Ior, l’Istituto per le opere di religione” creando una commissione apposita. “Ma non ci è riuscito. - Come ha ricordato Fabio Marchese Ragone - In Vaticano si è dovuto scontrare con una forte opposizione che prima gli ha impedito di chiudere l’Istituto per le opere di religione, e poi ha osteggiato in ogni modo la sua opera di pulizia della banca”. E’ evidente come da questo libro e dalle varie inchieste giornalistiche svolte negli anni, che chiunque tenti di mettere fine ai giri sporchi del "Dio denaro" tra le talari del Vaticano “venga fermato in ogni modo”.