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L'uomo è stato aggredito sotto casa. Si era costituto parte civile al processo
Un'aggressione violenta, come non accadeva da tempo. Così questa mattina, poco prima delle cinque, Giovanni Caruso, titolare del pub discoteca Rivendell di via Gerbasi, è stato picchiato sotto la propria abitazione da tre uomini. Era appena sceso dalla sua macchina quando i tre lo hanno iniziato a colpire con calci e pugni provocando molteplici fratture per poi lasciarlo a terra in una pozza di sangue. Poco dopo alcuni passanti lo hanno trovato agonizzante e immediatamente hanno dato l'allarme chiamando i carabinieri che ora indagano su questo gravissimo episodio. Il povero commerciante è stato portato all'ospedale, dove ora si trova anche sotto scorta. Si era costituito parte civile nel processo contro il clan mafioso del Borgo Vecchio e aveva denunciato le richieste del racket delle estorsioni. L'8 novembre scorso il gup di Palermo, Filippo Lo Presti, aveva condannato complessivamente a oltre mezzo secolo di carcere 13 tra estorsori, boss e uomini d'onore della cosca che imponeva il pizzo anche a Caruso. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e rapina. La pena più alta (6 anni e 4 mesi) è stata inflitta al capomafia Fabio Bonanno. Nel processo un contributo importante era arrivato proprio da alcuni commercianti, tra cui Caruso, che avevano scelto di denunciare, e nell'operazione fu arrestato Giuseppe Tantillo, poi divenuto collaboratore di giustizia. Caruso aveva anche scelto di farsi sostenere nel suo percorso da Addiopizzo che in una nota manifesta la prporia solidarietà e vicinanza all'imprenditore: "La scelta di collaborazione di questi imprenditori con l'autorità giudiziaria è doppiamente rilevante poiché proviene da chi si trova a lavorare in un contesto territoriale fortemente pervaso dalla presenza della mafia e dove tutti, estorsori e imprenditori, si conoscono e si possono incontrare quotidianamente. A ciò si aggiunga, quindi, il grande valore che ha la scelta di costituirsi parte civile nei confronti di chi per lungo tempo ti ha chiesto il pizzo e ti ha pesantemente minacciato nello svolgimento del tuo lavoro. La vittima dell'ignobile e brutale aggressione è assistita da Addiopizzo anche in riferimento al difficile ma coraggioso percorso di denuncia delle estorsioni subite in dieci anni di attività imprenditoriale da soggetti facenti capo alla famiglia mafiosa del Borgo che due giorni fa sono stati condannati dal Tribunale di Palermo". "La scelta dell'imprenditore vittima dell'aggressione così come di altri operatori economici di collaborare rappresenta oggi uno dei percorsi più significativi espressi da una città troppo spesso disattenta e immobile che non riesce a cogliere le peculiarità e le complessità di vicende tanto importanti e delicate - prosegue ancora la nota - Queste persone continuano ad essere costantemente seguite dal comitato in raccordo con la magistratura e le forze dell'ordine, perché a Borgovecchio, così come in altre aree critiche della città il percorso è tracciato e non saranno questi ignobili fatti a far arretrare tutti i soggetti coinvolti". Questo gravissimo atto dimostra che a Palermo c'è ancora tanto da fare.

In foto: disco-pub Borgo Vecchio (© Ansa)

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