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patronaggio luigi c imagoeconomicadi AMDuemila
Busta con proiettile e missiva indirizzata al procuratore capo di Agrigento

"Zecca sei nel mirino...". E’ una delle frasi, scritte con un pennarello nero, contenute nella lettera di minacce al Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, contenente anche un proiettile militare. Sulla busta c'è un simbolo di Gladio, l'organizzazione paramilitare clandestina vicina ad ambienti dell'ultradestra.
Nel “mirino” c’è il magistrato che ha avviato l’inchiesta Diciotti in cui è indagato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, per sequestro di persona aggravato e continuato nei confronti di 177 migranti a bordo della nave Diciotti al porto di Catania. Il fascicolo dell’inchiesta è già passato al tribunale dei ministri.
Al palazzo di giustizia è scattato subito l’allarme di massima sicurezza e prontamente sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale di Agrigento.
La procura di Caltanissetta ha aperto un fascicolo contro ignoti per la lettera di minacce al procuratore di Agrigento. “C’è una spirale - ha commentato il procuratore Amedeo Bertone - che si innesca quando si alzano i toni, bisogna evitare di farlo perché c'è sempre in giro un pazzo che rischia di entrare in azione”. Gli investigatori nisseni, competenti per territorio, non hanno ancora ricevuto la lettera, ma sono stati informata telefonicamente del contenuto e delle indagini già avviate dai carabinieri di Agrigento. "Zecca", si sottolinea in ambienti investigativi attivi nell'inchiesta, è il termine utilizzato dall'estrema destra contro i comunisti. Nella missiva contro il procuratore capo di Agrigento, peraltro, ci sarebbero parole e minacce definite "molto pesanti". La pista seguita sarebbe quella di un'organizzazione di estrema destra, come il simbolo Gladio sulla busta porta a ipotizzare. Nella lettera di minacce, non c'è un riferimento esplicito all'inchiesta aperta sulla nave Diciotti con migranti ferma per 5 giorni nel porto di Catania, né agli sviluppi che ha comportato. E' quanto si apprende da fonti interessate nell'inchiesta, che sottolineano come il contesto della missiva porti per deduzione a pensare che ci possa essere un collegamento con il fascicolo aperto sul pattugliatore Diciotti.
Nei giorni scorsi, il capo della procura agrigentina aveva già ricevuto altre minacce attraverso i social network con lo stesso riferimento all’inchiesta Diciotti e l’ispezione fatta sul pattugliatore il 22 agosto scorso. In quel giorno, Patronaggio volle verificare di persona le condoni dei migranti, definendole “critiche”. E grazie a questo, il giorno dopo venne autorizzato lo sbarco dei minori, anche se il caso non era ancora risolto.
Oggi si riunisce il comitato per l'ordine e la sicurezza di Agrigento presieduto dal prefetto Dario Caputo, con l’ipotesi di rafforzare le misure di protezione al magistrato, visto che comunque è già sotto scorta dagli anni Novanta, quando era nel pool antimafia a Palermo.
All’apprensione della notizia sono subito arrivati i messaggi di solidarietà in favore del pm agrigentino. Francesco Minisci, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, interpellato dall’Ansa, si è detto “preoccupato” e “sconcerto” per “la notizia del grave atto intimidatorio subito dal collega Luigi Patronaggio. E ha espresso “la vicinanza dell'Anm, assicurando che l'azione dei magistrati non sarà mai condizionata da vili atti intimidatori, come questo che condanniamo con fermezza”.
Dello stesso avviso è stato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che dopo aver appreso la notizia della lettera di minaccia con un proiettile da guerra, ha commentato: "Un fatto gravissimo ed inquietante, che riporta l'Italia indietro nel tempo ad un periodo buio della Repubblica. Un fatto che per i suoi contorni non può non avere una risposta pronta ed immediata da parte del presidente del Consiglio e del ministro della Giustizia, perché è ormai evidente che le posizioni razziste e violente di una parte politica stanno inquinando i pozzi della cultura democratica e della convivenza civile in Italia; una convivenza che nel dialogo e nell'accoglienza hanno i propri capisaldi”.

Al procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio va tutta la solidarietà di ANTIMAFIADuemila, con l’augurio che venga fatta luce sul vile episodio.

Foto © Imagoeconomica

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