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di maio luigi lorenzin c imagoeconomicadi Francesca Panfili
In questi giorni si è più volte parlato della questione vaccini e del dietrofront del governo a maggioranza Cinque Stelle e Lega. Con un emendamento al decreto milleproroghe si ribadisce infatti l’obbligo vaccinale e lo strumento dell’autocertificazione previsti dalla legge Lorenzin e, in sostanza, si conferma quanto previsto precedentemente: l’obbligo vaccinale rimarrà ancora conditio sine qua non per la frequenza scolastica dei minori dagli zero ai sei anni.
Con questa mossa, in particolare il Movimento Cinque Stelle, che si era fatto portavoce di un’aspra critica alla legge Lorenzin, fa retromarcia rispetto a quanto aveva proclamato in campagna elettorale. Erano state molte le prese di posizione dei pentastellati a riguardo. Lo stesso leader Luigi Di Maio aveva promesso ai cittadini che, qualora eletto, si sarebbe impegnato a rivedere la legge sull’obbligo vaccinale e a modificare lo strumento della dichiarazione sostitutiva a favore di quello della raccomandazione. E cosi insieme a lui si erano espressi anche gli altri esponenti del Movimento che avevano fatto questa promessa al popolo, sceso più volte in piazza per difendere la libertà di scelta in merito ad ogni decisione che riguardi la salute, come sancito dalla Costituzione. Con l’emendamento al milleproroghe la frequenza scolastica sarà assicurata solo a coloro che presenteranno la dichiarazione sostitutiva entro il 10 marzo del 2019. Dichiarazione soggetta per legge alla verifica di veridicità tramite accertamenti e controlli serrati che già da questi giorni i Nas dei Carabinieri stanno facendo nelle scuole.
Non è la prima volta che i pentastellati adottano un clamoroso dietrofront “politico” da quando sono al Governo. Già su Ilva, Tav e Tap ci sono stati alcuni ripensamenti, nonostante i proclami della campagna elettorale. Ed anche sul fronte vaccini, con quest’ultima decisione, i Cinque Stelle tornano a deludere le promesse fatte ai cittadini confermando una legge fortemente contrastata e messa in discussione non solo dall’opinione pubblica, ma anche da professionisti del settore e da medici che più volte hanno espresso critiche pagando spesso il duro prezzo del linciaggio mediatico e della radiazione dall’albo.
Il paradosso è che ad applaudire a questa scelta della maggioranza sia stata proprio l’opposizione che aveva appoggiato l’operato della Lorenzin. E’ di pochi giorni fa la dichiarazione del segretario del Pd Martina che si dice soddisfatto per l’emendamento al milleproroghe.
E a ben vedere la sensazione è che su alcuni punti maggioranza e opposizione ragionino in modo uguale nonostante le promesse elettorali. Il Governo ancora una volta sta deludendo le migliaia di famiglie che si sono opposte ad una norma che vincola la salute al diritto all’istruzione e che impone degli obblighi sulla salute dei bambini contravvenendo alla libertà di scelta in merito alla salute sancita dalla Costituzione. Una legge che mostra numerose criticità sia sul piano giuridico che scientifico. Dal punto di vista scientifico, il dibattito rispetto al tema dei vaccini resta controverso anche in ambito accademico. A livello europeo sono più di 15 gli stati che non prevedono alcuna vaccinazione obbligatoria e nonostante questo al loro interno non sono presenti epidemie o problemi legati alla salute pubblica. In Italia la discussione scientifica sui vaccini ha ceduto il passo alla disinformazione imperante veicolata dalle potenti lobby del farmaco e basata sulla paura che ha creato allarmismi e confusione nei cittadini. Chi ha proposto un serio dibattito sul tema, svincolato da interessi politici ed economici, è stato tacciato di complottismo o caduto in una sorta di damnatio memoriae collettiva. Nonostante questo, molti cittadini si sono organizzati creando gruppi di studio, comitati ed iniziative inascoltate dal precedente governo ed oggi deluse anche da coloro che si erano riempiti la bocca di promesse.
Rimaniamo amareggiati nel constatare che ancora una volta il Movimento Cinque Stelle sembra essersi scordato delle idee che proclamava prima delle elezioni. Ma del resto, l’infrangere le promesse sembrerebbe per loro ormai una prassi e lo abbiamo visto più volte in questi mesi su vari frangenti del dibattito politico. Sul tema salute ed educazione scolastica però il discorso si fa ancora più delicato perché di mezzo c’è la salute dei minori e il diritto all’istruzione.
Ci chiediamo il perché di un simile dietrofront dei Cinque Stelle e della Lega. Quali sono le ragioni di una simile decisione? Forse qualche spinta che viene dall’esterno, da lobby che detengono il potere sulle politiche sanitarie degli Stati? Oppure il Movimento Cinque Stelle per l’ennesima volta dimentica le promesse fatte in campagna elettorale per assecondare i voleri degli alleati populisti con cui siede al governo? A pensar male si fa peccato ma a volte si indovina. Staremo a vedere.

Foto © Imagoeconomica