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Avvisi di garanzia per l’ex Governatore Crocetta ed il presidente di Confindustria Sicilia Catanzaro
di Francesca Mondin

Antonio Calogero Montante da alcuni sarebbe stato considerato “il potere assoluto” capace di concentrare “il potere sulle forze dell'ordine”, “sulla politica” e “sulla magistratura”. Certo è che dalle carte emerge una persona quasi ossessionata dal registrare incontri e conversazioni. E mentre sui rapporti e archivi segreti dell’ex numero uno di Confindustria Sicilia emergono ulteriori scenari e nomi la notizia odierna è che a finire nel registro degli indagati della Procura di Caltanissetta vi sono anche i nomi del presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro e dell'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, assieme a sue due assessori. Trenta in tutto le persone finite nell’elenco ma i numeri potrebbero continuare ad aumentare. 

Gli ultimi a ricevere un avviso di garanzia sono Giuseppe Catanzaro, amico e successore di Montante alla guida di Sicindustria e l'ex governatore siciliano Rosario Crocetta, accusato di finanziamento illecito dei partiti e concorso in associazione a delinquere finalizzato alla corruzione. Secondo gli inquirenti l'ex presidente avrebbe nominato in Giunta due assessori sponsorizzati dall'imprenditore. Gli assessori alle Attività produttive sono Linda Vancheri e Mariella Lo Bello - nominate da Crocetta per accontentare Montante - anche loro finite nella lista degli indagati assieme all'ex presidente dell'Irsap (l'ente regionale per lo sviluppo delle attività produttive) Mariagrazia Brandara. Vancheri e Lo Bello avrebbero assicurato finanziamenti alle iniziative dell’allora presidente di Sicindustria. Quest’ultimo avrebbe ricambiato finanziando la campagna elettorale 2012 del Megafono, cioè il movimento politico fondato da Crocetta. Che, secondo quanto riferito da l’Ansa, ha ricevuto l’avviso di garanzia mentre era al telefono con l’agenzia. “Me lo stanno notificando adesso“, ha detto l’ex presidente prima di chiudere il telefono.
Per quanto si legge nell’ordinanza del gip nisseno che ha ordinato l’arresto di Montante e degli altri 5 indagati, il nome di  Catanzaro compare in più occasioni. Ci sono riferimenti in telefonate, appunti, conversazioni.
Secondo gli inquirenti Montante e Catanzaro “erano estremamente attivi nel raccogliere informazioni sul magistrato Nicolò Marino, ex assessore regionale all’Energia e rifiuti non riconfermato, nel 2014, dopo uno dei tanti rimpasti di giunta del governatore Crocetta. Marino si dimise e poi lanciò pesanti accuse sulle “istituzioni che hanno coperto il sistema Montante”.
Tra gli indagati, nella mattinata, si erano aggiunti anche Vincenzo Savastano, in servizio all'ufficio della polizia di frontiera dell'aeroporto di Fiumicino, per concorso in corruzione e due collaboratrici di Montante Carmela Giardina e Rosetta Cangelosi. Le due donne sono ora indagate per favoreggiamento poiché, secondo gli inquirenti, avrebbero aiutato l'imprenditore a distruggere alcuni documenti del suo archivio segreto, custoditi dentro una ventina di pen drive, poi nascoste in uno zaino lanciato dal balcone poco prima dell'arresto. Materiale poi recuperato dagli investigatori.
Intanto del canto suo Montante, accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, ieri pomeriggio nell'interrogatorio condotto dal gip Maria Carmela Giannazzo ha respinto ogni accusa a suo carico. Addirittura l'ex numero uno degli imprenditori siciliani nel rispondere in merito al caveau scoperto nella sua abitazione di Serradifalco contenente diversi dossier su politici, imprenditori e giornalisti, avrebbe sostenuto di non sapere della presenza di quella stanza.
Durante le sette ore di interrogatorio difronte anche al procuratore capo Amedeo Bertone e i pm che coordinano l’inchiesta, Montante ha risposto alle domande difendendosi e attaccando i suoi più grandi accusatori, gli imprenditori Marco Venturi e Alfonso Cicero.
Proprio quest’ultimo, commissario dell’Irsap, raccontò come Catanzaro “verso la fine del 2013 - inizi del 2014 - gli avesse confidato che Montante deteneva un dossier ed un video contenente immagini relative alla vita privata del dottor Marino e si stava adoperando per diffonderli mediaticamente al fine di delegittimare costui, che, nella sua funzione di assessore al Territorio e Ambiente, aveva assunto, come detto, posizioni di contrasto con Confindustria Sicilia e con il Catanzaro stesso nella vicenda della gestione dei rifiuti”.

Raccomandazioni per gli amici
“Raccomandazioni” e “favori” non sembrano essere totalmente estranei alla rete di contatti che tesseva il presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta per “fidelizzare i suoi interlocutori”. Sono ben 90 le richieste di raccomandazioni rivolte a Montante tra il 2007 e il 2015 raccolte in file excell scoperti nelle perquisizioni a suo carico. A queste si sommano 40 curricula di altrettanti soggetti “segnalati”, molti con ruoli apicali nelle forze dell’ordine, politici, operatori economici, giornalisti e magistrati.
Raccomandazioni che secondo la tesi accusatoria potrebbero essere servite, in alcuni casi, a saldare “una vasta rete di rapporti, improntati a logiche clientelari, da poter sfruttare a proprio vantaggio”.
In particolare emergono “numerose richieste di favori che sono giunte al Montante da esponenti delle forze dell'ordine”. Tra questi spuntano in nomi del direttore dell’Aisi Arturo Esposito, dei direttori della Dia De Felice e D’Alfonso, ma anche il generale Leonardo Gallitelli, già comandante generale dei carabinieri, del generale Emanuele Saltalamacchia ex Comandante della Legione Toscana oggi al Ministero degli Esteri, di alcuni esponenti della Polizia di Stato (Antonio Manganelli e Francesco Cirillo, già Capo e Vice Capo) oltre al Generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi con il quale Montante avrebbe intrattenuto “stretti rapporti”. Dalle carte risulta come Montante si incontrava a Roma con Adinolfi, Emma Marcegaglia, all’epoca a capo di Confindustria, e con Angelino Alfano.

E' l'ex comandante del Gico a Caltanissetta, e oggi security manager dell’Eni, Nazario Saccia che in una telefonata intercettata parlava di Montante come colui che a Caltanissetta “era il potere assoluto”, perché concentrava su di sé “il potere sulle forze dell’ordine”, quello sulla “politica” e “sulla magistratura”.

Le Fiamme Gialle per “scassare” i nemici
Secondo gli inquirenti fino al 2015 la Guardia di finanza di Caltanissetta era di fatto “asservita” a Montante che avrebbe utilizzato per “scassare” i nemici offrendo in cambio assunzioni e non solo. Proprio sotto la direzione di Ettore Orfanello si rileva “l'impiego della verifica fiscale per finalità diverse da quelle istituzionali” scrivono i magistrati.  
E' invece Marco Venturi, tra i principali accusatori, collega di Confindustria ed ex sodale ha raccontare ai magistrati addirittura di un tentativo in odor di estorsione. Dopo un controllo del maggiore Orfanello all'azienda del Venturi “Il Montante gli fece presente che avrebbe dovuto erogare la somma di 2.500 euro all’ufficiale della Guardia di Finanza, - scrivono i magistrati in riferimento alle dichiarazioni del Venturi - ma egli si rifiutò, anche perché non era stata riscontrata alcuna anomalia in relazione alla sua azienda, così provocando il forte disappunto del suo interlocutore”.
E' l'imprenditore Massimo Romano (arrestato ieri assieme a Montante) a parlare di “scassare” i nemici, lo stesso che si impegna a far assumere parenti e amici di uomini delle forze dell'ordine: dalla figlia dell’ex comandante provinciale della Guardia di finanza, Gianfranco Ardizzone, al figlio del luogotenente Mario Sanfilippo fino alla compagna di Ettore Orfanello. 
L'imprenditore riferisce ai magistrati di aver udito in più occasioni “Orfanello vantarsi anche del fatto che avesse fatto delle operazioni a Caltanissetta nei confronti di nemici del Montante e che avesse “scassato” persone che le si riteneva nemici del Montante, così facendo operazioni “di pulizia e legalità””.
Nel mirino della Guardia di finanza erano finiti infatti, fra gli altri, Salvatore Mistretta e Salvatore Lo Cascio ritenuti dai pm due nemici di Montante. “Emerge, in primo luogo, come il nucleo polizia tributaria della Guardia di finanza di Caltanissetta prima del 2011 non avesse mai eseguito attività di quel tipo, e ciò anche in epoca antecedente al momento in cui Orfanello ne era il capo”.

Non mancano i ricatti
Quello che sembra emerge è un sistema di potere fatto anche di ricatti oltre ad una impressionante attività di dossieraggio. Emblematiche in questo senso le vicende, emerse dall'inchiesta, che coinvolgono l'ex assessore Nicolò Marino e Giulio Cusimano. Montante sarebbe entrato in possesso di un video scabroso sulla vita privata di Marino, che aveva espresso critiche su Confindustria, e si sarebbe adoperato per diffonderlo. Stesso trattamento sarebbe stato riservato a Giulio Cusumano, che era al vertice dell'Azienda trasporti siciliana (Ast), controllata dalla Regione. Il manager si oppose alla cessione dell'Ast a una microazienda controllata, la Jonica Trasporti dove Montante aveva una partecipazione. Per convincerlo, Cusumano sarebbe stato ricattato per il suo orientamento sessuale.

L'ossessione di Montante: registrare tutto
C'è una sigla che compare in diverse annotazioni rinvenute all'interno delle cartelle dell'archivio segreto dell'ex presidente di Sicindustria: “Aud”. Un abbreviazione che secondo i magistrati dimostra “con assoluta certezza (e tra le altre cose), le registrazioni delle quali il Montante, ad oggi, dispone”. Registrazioni effettuate dallo stesso o ottenute da terzi “di conversazioni intercorse con numerosissimi soggetti, tra cui Ministri o ex Ministri della Repubblica, uomini politici esponenti apicali delle forze dell'ordine, giornalisti, imprenditori, funzionari della Regione Sicilia” e poi ordinate. Una mole di audio “davvero impressionante” scrivono i pm, tra cui spuntano quelle ad esempio del 26 settembre 2015 (“ore 09, 10 Linda incontra Ferrara Alessandro (Aud) (vedi appunti)" in cui è l’ex assessore siciliano Linda Vancheri "a essersi prestata a registrare una conversazione intercorsa con Alessandro Ferrara’’.

Persone di fiducia alla Regione
Se da una parte Montante coltivava i rapporti con le forze dell'ordine, dall'altra non trascurava quelli con la politica, anzi i magistrati mettono nero su bianco come: “Può ritenersi del pari indubitabilmente acclarato che il Montante, muovendo dalla ormai consolidata posizione assunta all'interno di Confindustria, è riuscito a collocare persone di sua fiducia all'interno dei governi regionali presieduti da Raffaele Lombardo e da Rosario Crocetta.
Interessanti sono la conversazione registrata tra lo stesso Montante, la Brandara e la Lo Bello poco dopo le dimissioni “volute sempre da Montante” di Linda Vancheri.
“Crocetta fici un assessuri e sbaghiau pi mia quindi voglio dire non abbiamo mai non gli abbiamo mai fatto sbagliare una mossa - diceva il presidente della Camera di Commercio - .. u problema è quannu iddu si mitti...pirchì nun si sbaglia la mossa”. E intanto in auto dava disposizioni all'appena designata assessora della giunta regionale Mariella Lo Bello.
Era il 2014 quando Gianpietro D'Alia, allora deputato di Udc, affermava pubblicamente che Montante e Bernava (anche lui agli arresti domiciliari) avevano “sponsorizzato” la candidatura di Rosario Crocetta a presidente della Regione. Ora dalle carte dell'inchiesta si possono leggere le dichiarazioni di D'Alia in cui racconta nel dettaglio i fatti in merito.
D'Alia racconta di una cena a Villa Igiea “nel giugno-luglio 2012”, quando ancora era segretario dell’Udc, con Antonello Montante e Maurizio Bernava. L'invito sarebbe arrivato da quest’ultimo. In quell'occasione D'Alia affronto il tema Crocetta e Montante “Mi evidenziò - ha detto il politico - che a suo giudizio le uniche speranze di vittoria passava per la candidatura di Crocetta, posto che lo stesso godeva di un consenso diffuso, essendo stato sindaco di Gela ed europarlamentare, aveva sposato la battaglia antimafia e poteva incanalare anche il consenso di quell’opinione pubblica divenuta indifferente alla politica”.

Foto © Imagoeconomica

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