di Aaron Pettinari
“Passato da ricostruire, parti dello Stato non hanno fatto il loro dovere”
“C'è un passato da ricostruire attentamente, guardando a quelle parti dello Stato che non hanno fatto quello che dovevano fare”. È così che il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, intervenuto durante il programma “I Funamboli” su Radio 24, ha commentato la sentenza del processo Stato-mafia che ha portato alla condanna di boss e parti delle istituzioni. "Io credo che, innanzitutto la sentenza da conferma di una ricostruzione che era quella alla quale si guardava nell'ambito dell'esame delle stragi - ha detto il procuratore rispondendo a una domanda - soprattutto quelle in cui hanno trovato la morte Falcone e Borsellino, della presenza cioè di soggetti estranei alle mafie e interni a gruppi in grado di influire in modo lesivo sulla nostra democrazia". “La sentenza - ha aggiunto - dà certezza della ricostruzione della verità: che certi soggetti hanno avuto rapporti con la mafia, hanno potuto arrivare a una sorta di accordo e così hanno legittimato la mafia". Una sentenza di primo grado, è stato precisato, ma che "ci dà il senso della configurazione del reato". “Al di là di questa - ha proseguito il procuratore - dobbiamo guardare ai fatti, inoppugnabili: i rapporti che ci sono stati e l'obiettivo che si voleva conseguire, i benefici che si volevano riconoscere a determinati criminali; un passato da ricostruire attentamente - ha concluso - guardando a quelle parti dello Stato che non hanno fatto quello che dovevano fare".
De Raho ha poi commentato anche le legittime considerazioni su Csm ed Anm del pm Nino Di Matteo, intervenuto ieri alla trasmissione condotta da Lucia Annunziata. Il Sostituto Procuratore nazionale antimafia, membro del pool che ha condotto il processo aveva evidenziato come né l’Associazione nazionale magistrati né il Consiglio Superiore della magistratura abbiano difeso il suo lavoro e quello dei colleghi, nonostante gli attacchi subiti sia durante le indagini che nel corso del dibattimento.
Per Cafiero de Raho, “che Anm e Csm, nel processo sulla trattativa Stato-mafia non siano intervenuti a sostegno dei pm in realtà è quello che solitamente avviene per non interferire in un processo. Un loro intervento finirebbe per alterare i meccanismi processuali stessi, che vedono protagonisti le parti dell'accusa e della difesa”.
Tuttavia va ricordato che molti di questi gravi attacchi intervennero non solo durante la fase di indagine ma anche in pieno svolgimento del dibattimento con i magistrati del pool (Di Matteo, Teresi, Del Bene e Tartaglia) che furono persino accusati di avere un comportamento con dei “profili eversivi”. Un chiaro tentativo proprio di condizionare la Corte che di lì a poco avrebbe avuto il compito di giudicare gli imputati. E sarebbe stato un segnale importante un intervento dell’Anm e del Csm proprio a tutela di quell’autonomia ed indipendenza della magistratura che è propria dell’ordinamento giuridico italiano.
Il numero uno di via Giulia ha poi aggiunto: “Devo dire che personalmente ho detto ai colleghi della procura nazionale che dovevano essere fieri del lavoro svolto, che ha permesso di ricostruire una parte importante della storia del Paese”.
Infine il Procuratore nazionale antimafia ha anche detto di ritenere vicino il giorno in cui verrà catturato Matteo Messina Denaro: "Di questo ne sono certo. D'altro canto la rete che lo circonda si sta tagliando di settimana in settimana. Quindi diventa sempre più difficile la copertura e senza copertura non si resta latitanti. Non so se breve o a brevissimo, ma al suo arresto si arriverà certamente".
Foto © Ansa
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