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di AMDuemila
La vittima di usura costretta a vendere la sua strumentazione

“Quando un artigiano è costretto a svendere, per un pezzo di pane, i propri strumenti di lavoro vuol dire che siamo una società malata che non valorizza la cultura tradizionale e se non sono le istituzioni le prime a valorizzare l'artigianato moriremo tutti”. Usa parole dure Bennardo Mario Raimondi artigiano ceramista, esperto nella creazione di presepi, nonché vittima di usura che dopo aver denunciato i suoi strozzini non è più riuscito a risalire dall'inferno nel quale lo strozzinaggio l'aveva portato. Dopo aver perduto il negozio e la maggior parte della strumentazione ora è stato costretto a vendere anche il tornio, uno dei pochi strumenti rimastogli, per cercare di racimolare qualcosa. “Il paradosso - dice Bennardo esausto e sconfortato - è che questo succede a Palermo appena proclamata capitale della cultura 2018, e non c'è nemmeno un ceramista negli eventi organizzati”.
Più volte Bennardo ha denunciato l'indifferenza e l'isolamento causati dalla sua denuncia, ed in una situazione globale di crisi l'artigiano avrebbe trovato più porte chiuse che aperte anche da parte delle Istituzioni. “Sono veramente stanco, non ne posso più di chiedere la carità, vorrei solo poter ricominciare a lavorare, continuo a non ricevere risposte dalla politica, ho scritto a diverse cariche di diversi partiti ma da nessuno ho ricevuto risposte concrete, qualche promessa mai mantenuta e basta”.
Anche nel mondo dell'associazionismo, a dire della vittima di usura, non ha trovato sempre disponibilità: “C'è un disinteressamento totale per l'artigianato, ho offerto diverse volte a scuole e associazioni di fare dei laboratori gratuiti per bambini sulla lavorazione dell'argilla in cambio solo di potere esporre le mie opere in un banchetto, ma sono state pochissime le scuole che hanno accolto la mia proposta, eppure i bambini avrebbero bisogno di usare la manualità e staccarsi dalla tecnologia ogni tanto”. Al momento il ceramista cerca di vendere qualcosa davanti alle chiese grazie a quei pochi parroci che lo sostengono.
“Di tanto in tanto riesco a fare qualche fiera, ma non basta, dovrei riuscire a farne con continuità, girando l'Italia ma la mia situazione di salute non me lo permette e nemmeno la mia situazione economica - spiega Bennardo - l'unico modo per poter uscire da questa condizione è essere inserito in un qualche progetto culturale in zona”.
La testimonianza del ceramista è uno dei tanti casi che prima di altri risentono della crisi economica, sociale e di valori dalla quale questa società fatica a riprendersi.

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