Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

gratteri nicola cocaina 610di AMDuemila
A Milano gli Stati generali della lotta alle mafie

“In molti dicono che la 'ndrangheta è la più pericolosa. Io lo dico da 30 anni, perché è certo la più ricca, qualcuno fa un risolino quando sente che Gratteri gira il mondo, e sono personalità importanti che discettano di mafia, ma non conoscono il mondo”. A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso del suo intervento agli Stati generali della lotta alle mafie, a Milano. Luogo che, per il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, “è il posto giusto per parlare di mafia perché le mafie di nuova generazione hanno scelto i territori del centro-nord per dare vita a un nuovo modo di operare, quello di ridurre al minimo la violenza e cavalcare la cultura e la logica degli affari”. Il problema, ha aggiunto il magistrato a margine dell’evento, è che “questo nuovo versante non è ancora stato capito in profondità e aprire un faro di riflessione è importante”.
Gratteri ha quindi sottolineato come parte delle Procure sottovaluti le indagini sul traffico di droga internazionale. “Io - ha dichiarato ancora - sono andato nella foresta amazzonica dove la 'ndrangheta ha inviato broker che vivono lì da 40 anni e scarpinato c emanuele di stefanohanno il compito di comperare cocaina che vende a Cosa nostra e alla Camorra al prezzo più basso: mille euro al chilo con un principio attivo del 90%”. “Molte Procure - ha proseguito Gratteri - hanno deciso di non investire sulle indagini sul traffico di droga preferendo concentrarsi sul 416 bis. Senza capire che i soldi non vengono dall'estorsione al commerciante; nelle intercettazioni ci sono persone che dicono: 'ho passato la notte a contare banconote e non ce l'ho fatta'”.
Secondo il procuratore in Italia sarebbe necessario “tornare a ridisegnare la geografia giudiziaria. Nei Tribunali piccoli non c'è specializzazione e ci sono magistrati con mille fascicoli, destinati alla prescrizione”. Gratteri ha ribadito che, a suo avviso, la “gente non è omertosa, anzi vuole denunciare. Ma non parla perché noi non siamo credibili e non sa a chi rivolgersi”. Quindi ha commentato la proposta di istituire una Procura europea “di omologazione dei codici fra gli Stati”, che secondo il magistrato “rischia di essere solo un'idea bellissima che rimane sulla carta” perché “l'Italia è un Paese debole in Europa”. Secondo Gratteri, infatti, “nessuno dal centro-Europa in su ha idea della presenza delle mafie. Noi non abbiamo abbastanza uomini sul campo ma, a differenza loro, abbiamo cultura del territorio”. Allo stesso orlando andrea c emanuele di stefanomodo, secondo il procuratore, sarebbe necessario stringere “più accordi bilaterali” tra Paesi per la lotta alle narcomafie. “L'ultimo, firmato l'anno scorso con la Colombia, era fermo da 7 anni”.
La “cooperazione giudiziaria internazionale” nel contrasto alle mafie, per il Ministro della Giustizia Andrea Orlando è da “rilanciare”. “Dovrebbe ricevere maggiore attenzione nel dibattito pubblico, - ha spiegato - perché non riguarda solo gli esperti. Chi sottovaluta l'esigenza di un processo di integrazione europeo, o addirittura lo mette in questione nonostante le sue contraddizioni, trascura anche questo aspetto: che le mafie sono ormai un grande soggetto sovranazionale che la statualità singola non è più in grado di contrastare efficacemente”. “Gli Stati, da soli, - ha aggiunto Orlando - non riescono a contrastare mafie sempre più globali, come non riescono a farlo con il terrorismo, con la criminalità informatica, quella finanziaria o il traffico di essere umani”. “Non cooperare a sufficienza, e utilizzare uno strumentario antiquato, significa essere complici” ha concluso.
La solidarietà ai giornalisti minacciati è stato uno dei punti dell’intervento di Pietro Grasso. Secondo il presidente del Senato c’è grasso pietro c ansa 2“un grande bisogno di descrivere il vero volto della criminalità organizzata” così come fanno i “coraggiosi giornalisti che non rinunciano a raccontarlo nonostante le minacce e le intimidazioni”, ricordando che “senza un giornalismo libero la nostra società è più debole, quindi più esposta alle infiltrazioni mafiose”. “Lo stesso calore e la stessa solidarietà - ha aggiunto - dobbiamo trasmettere ai tanti amministratori locali coraggiosi che guidano il cambiamento nel loro territorio, e per questo vengono minacciati” così come “alle docenti e ai docenti che a scuola, ogni mattina, trasmettono alle giovani generazioni i valori di legalità e di giustizia, raccontano la storia dei tanti uomini e donne uccisi a causa del loro lavoro, educano a una cittadinanza consapevole”.

In foto dall'alto: Nicola Gratteri, Roberto Scarpinato, Andrea Orlando e Pietro Grasso (© Ansa)

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos