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Il GIP, nell’ordinanza di custodia cautelare, fa invece un efficace accostamento tra "la miseria" nella quale i calabresi sarebbero stati ridotti dai poteri forti di Reggio Emilia (che si erano coalizzati contro di loro nel momento di massima crisi trovando appoggio nella Prefettura) con le costose autovetture (Land Rover, Range Rover, Mercedes, BMW X5, BMW X6) dei partecipanti alla famosa cena del 21 marzo presso il ristorante Antichi Sapori di Pasquale Brescia. E se è Michele Colacino il primo a farsi avanti, sarà invece Nicolino Sarcone il vero regista di questa battaglia per resistere e rafforzare il potere della consorteria. In seguito ad un servizio di Telereggio del 21 febbraio 2012, in cui viene lungamente descritta la caratura criminale di Alfonso Diletto, Nicolino Sarcone, intercettato al telefono con Diletto, gli dice: “Vedi di prendere questi soldi e andiamocene”. Diletto, Sarcone e gli altri però non scelgono di “prendere i soldi e scappare” ma pianificano una moderna ed astuta controffensiva che necessita di un referente politico, individuato in Giuseppe Pagliani, avvocato ed esponente di spicco del PdL reggiano nonché capogruppo del partito presso il Consiglio Provinciale di Reggio Emilia. Scrive il giudice nella sentenza che ha assolto Pagliani: “L'abbondante compendio probatorio offre, quale ricostruzione ritenuta dal giudicante più ragionevole, quella che vede Giuseppe Pagliani prestare una iniziale, piena e consapevole adesione al progetto propostogli da Nicolino Sarcone, salvo poi defilarsi, forse anche impaurirsi, al verificarsi di una inaspettata evoluzione degli eventi, anche questi, invece abilmente sfruttati a proprio favore da parte della associazione”. È Alfonso Paolini che, il 22 febbraio 2012, contatta Giuseppe Pagliani. Paolini è una figura centrale all’interno della cosca: costante punto di riferimento per Nicolino Sarcone, per conto del quale gestisce i rapporti con appartenenti alle forze dell’ordine sia di Reggio Emilia e Parma che di Crotone, si mette a disposizione di Nicolino Grande Aracri recandosi a casa sua il 28 agosto 2011 per discutere delle vicende relative alla sottrazione del denaro da parte di Villirillo, contatta, sempre per conto di Nicolino Sarcone, appartenenti all’Arma dei Carabinieri in vista della celebrazione del processo Edilpiovra e, scrivono gli inquirenti, “svolge funzioni di raccordo tra i sodali reggiani al fine di reperire un referente politico, individuato nell’avvocato Giuseppe Pagliani”. È il 22 febbraio 2012, dicevamo, quando Paolini chiama Pagliani in presenza di Nicolino Sarcone con il quale parla dei probabili voti che potrebbero racimolare. “Io ho una cosa per te e per noi... ci dobbiamo vedere urgentemente... dobbiamo organizzare una cosa che... se no qua troviamo un altro cavallo... te lo dico… vogliamo a te ... […] - dice Paolini a Pagliani - Prendiamo un caffè e poi dobbiamo organizzare... con un po' di gente che... conta... con te ... dobbiamo fare una cena e dobbiamo parlare di parecchie cose, però devi prenderti in mano tutto tu”. Pagliani accetta immediatamente e si risente con Paolini due giorni dopo, il 24 febbraio. Durante questa seconda telefonata Paolini prosegue il discorso interrotto precedentemente: “poi organizziamo una serata ... […] ma questa è gente che conta e vuole sostenuta insomma... vuole uno che gli dia una dritta - facciamo così... facciamo cosi e facciamo cosi - ... perché i giornali non possono sempre attaccare... cose che non esistono ... così organizziamo una serata... noi con quelli... e decidiamo tutto quello che c'è bisogno di fare insomma… […] perché loro voglionofare un 'altra lista... gli ho detto: - no! lasciate perdere ci appoggiamo qua a Giuseppe - ... questi quaveramente… Giuseppe ti dico sono gente che... i voti ti porteranno in cielo ... guarda... però devi essere tu a consigliare e dire quello che bisogna fare ...”.

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