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rondolino scarpinato effdi Lorenzo Baldo
Referendum: l'attacco dell'editorialista de l'Unità Tv al Procuratore generale di Palermo

“Un procuratore della Repubblica che si esprime come un black bloc non s’era ancora visto”. La sparata di Fabrizio Rondolino nei confronti di Roberto Scarpinato si commenta da sola. Vivissime felicitazioni all'editorialista dell'Unità Tv! Che definisce il recente intervento del Procuratore generale di Palermo in difesa della Costituzione e a favore del No al referendum “un concentrato di bufale e di sciocchezze”. Uno degli stralci “incriminati” del discorso del magistrato palermitano – che ha provocato la reazione scomposta di Rondolino – riguarda il passaggio in cui Scarpinato si riferisce ad una “riforma” che introduce “una diversa Costituzione che modificando il modo in cui il potere è organizzato, ha inevitabili e rilevanti ricadute sui diritti politici e sociali dei cittadini, garantiti nella prima parte della Costituzione”. “Basti considerare che – sottolineava venerdì scorso il Procuratore generale di Palermo – ad esempio, la riforma abroga l'articolo 58 della Costituzione vigente che sancisce il diritto dei cittadini di eleggere i senatori, e con ciò stesso svuota di contenuto l'art. 1 della Costituzione, norma cardine del sistema democratico che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Nella diversa organizzazione del potere prevista dalla riforma, questo potere sovrano fondamentale per la vita democratica, viene tolto ai cittadini e attributo alle oligarchie di partito che controllano i consigli regionali. Poiché, come diceva Hegel, il demonio si cela nel dettaglio, questo dettaglio – se così vogliamo impropriamente definirlo – racchiude in sé e disvela l'animus oligarchico e antipopolare che – a mio parere – attraversa sottotraccia tutta la riforma costituzionale, celandosi nei meandri di articoli la cui comprensione sfugge al cittadino medio, cioè a dire alla generalità dei cittadini che il 4 dicembre saranno chiamati a votare”. Parole chiare, autentiche, basate su dati oggettivi condivisi da prestigiosi costituzionalisti come Gustavo Zagrebelsky. Come è noto con la “riforma” Boschi-Verdini il Senato non viene abolito, ma viene trasformato in una sorta di dopolavoro di consiglieri regionali e sindaci. E, soprattutto: è un Senato non eletto dal popolo. I sindaci e i consiglieri che entrano a Palazzo Madama ottengono automaticamente l’immunità parlamentare. Un'immunità che, ad esempio, potrebbe essere tanto auspicata dal Governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Vale allora la pena riprendere la difesa di ufficio dello stesso Rondolino (andata in onda qualche giorno fa a Tagadà su La7), nei confronti del Presidente della Regione imitato così bene da Maurizio Crozza. “La frase di De Luca sulla Bindi è stata intenzionalmente manipolata dai giornali e quando De Luca dice che la Bindi è un’infame è una cosa che condivido appieno”. Il giornalista dell’Unità Tv proseguiva convinto: “De Luca è un baluardo contro la criminalità, perchè diversamente dal fighettume antimafia, crea sviluppo e crescita”. Che dire? Tutto un programma. Che già risplendeva nelle bordate di Rondolino dello scorso anno contro Emergency da lui definita “un’organizzazione politica antioccidentale mascherata da ospedale. Va isolata e boicottata”. All'epoca il commento di Cecilia Strada era stato tranciante: “Ho cose più serie a cui pensare”. Scelta azzeccatissima. Che va ribadita con forza in un momento storico come questo dove certi vaneggiamenti andrebbero trattati come meritano: ignorati e cestinati. Prendere atto che l'attacco vergognoso a Scarpinato sia stato pubblicato sotto il logo di un giornale fondato Antonio Gramsci fa, però, decisamente male. Ma forse per analizzare la fine ingloriosa di una certa sinistra bisogna affidarsi alla satira riprendendo uno stralcio dell'ultimo monologo di Maurizio Crozza. “Quando ero giovane io, si scendeva in piazza per la libertà, per la pace, per i diritti, non solo se riguardava noi, ma anche se riguardava l'altra parte del mondo. Ovunque ci fosse una sfiga la sinistra italiana c'era, adesso a distanza di 40 anni la sfiga è la sinistra italiana”. Per poi concludere caustico: “Una volta la sinistra offriva un riscatto per gli oppressi, non una frittura di pesce”.

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