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borsellino di matteo 2012 pa“Condivido le parole del pm, sarebbe stata una resa e lo avrebbero attaccato”
di Aaron Pettinari
“Di Matteo ha rifiutato la proposta di trasferimento fatta dal Csm? Era una trappola e secondo me ha fatto quello che doveva fare”. Con queste parole Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e fondatore del movimento Agende Rosse, commenta la notizia che il sostituto procuratore di Palermo, Nino Di Matteo, ha rifiutato la proposta del Consiglio superiore della magistratura di essere trasferito per motivi di sicurezza alla Dna. “Mi rendo conto che per lui può essere un grosso sacrificio, perché significa continuare a vivere nell’insicurezza, ma credo anche che quella proposta fosse una trappola per poi accusarlo di abbandonare il processo trattativa e le inchieste che sta portando avanti. Forse ora diranno altro, troveranno altre parole per attaccarlo, ma secondo me ha fatto la cosa giusta”.
“E’ giusto - aggiunge Borsellino - che Di Matteo vada in Dna in maniera ortodossa, con i riconoscimenti per merito del suo lavoro. Non in questa maniera che poteva esser vista come una fuga da tutto. Se Mattarella, che è presidente del Csm, avesse davvero voluto fare qualcosa, avrebbe potuto far si che il magistrato fosse applicato proprio per merito. Trasferendolo per motivi di sicurezza che segnale si sarebbe dato? Un segnale di uno Stato che si inchina di fronte alle minacce perché non è in grado di assicurare la sicurezza dei suoi servitori. Già in passato è accaduto quando Paolo e Giovanni furono costretti ad un ritiro forzato presso l'Asinara, nel 1985, sempre per motivi di sicurezza”. “Io sono contento che Di Matteo abbia preso questa decisione - conclude - e penso di poter sottoscrivere le sue considerazioni con cui ha spiegato il motivo di questa scelta”.

Foto originale © Giorgio Barbagallo

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