di Giovanni Caruso e Riccardo Orioles
Il cinque gennaio avevamo cercato, invitando movimenti sociali e politici, associazioni e organizzazioni sociali e antimafia, di costruire un fronte comune condiviso e nel rispetto della diversità.
Solo in pochi risposero al nostro appello, ma quei pochi riuscirono ad organizzare la manifestazione popolare antimafia del trenta gennaio 2016: contro la mafia in Comune, contro lo strapotere di Ciancio - da poco dichiarato non punibile, in barba alla giurisprudenza di Falcone, nonostante quarant’anni di affari oscuri e rapporti con mafiosi.
La necessità di quella manifestazione venne dimostrata dai fatti di cronaca che coinvolsero la giunta Bianco:
- le bugie di Bianco davanti alla commissione parlamentare antimafia sulla telefonata avuta con l’imprenditore-editore Mario Ciancio sull’affaire PUA;- le accuse di contiguità rivolte ad alcuni suoi consiglieri comunali e di circoscrizione;
- la foto che ritrae l’assessore Licandro e il sindaco Bianco insieme a Mimmo Di Bella – presunto prestanome di un clan mafioso – durante l’inaugurazione del progetto “La strada degli artistii nella discoteca “Empire”;
- e infine gli avvenimenti di questi giorni, con l’appalto delle spiagge libere e piattaforme assegnato alla “Café Napoleon” di Librino, che vede tra i suoi uomini il noto pluripregiudicato e indagato per mafia Orazio Buda, affiliato al clan Cappello, con l’assessore alla legalità D’Agata che dichiara “Niente sapevo!”, seguito a ruota dallo stesso sindaco Bianco.
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Noi non possiamo affermare – cosa che non tocca a noi ma alla Magistratura – che vi siano delle infiltrazioni mafiose in giunta o nel consiglio comunale. Non pratichiamo la retorica del giustizialismo nè tanto meno del garantismo.
Ma sicuramente possiamo avanzare l’ipotesi che questa giunta e questo consiglio comunale siano inadeguati, moralmente, eticamente e politicamente.
Questa nostra opinione viene adesso – finalmente – pubblicamente condivisa anche da associazioni come Addiopizzo Catania, Libera Catania e altre associazioni antimafia e antiracket, comprese alcune fin qui in rapporti amichevoli con la giunta Bianco.
Alcune associazioni, che pure hanno contribuito allo sviluppo civile e legalitario della città, mancano ancora tuttavia all’appello: “Città Insieme”, “Briganti di Librino”, “Fondazione La Città Invisibile”, “Comitato San Berillo, gruppo “Gammazita”.
Chiediamo a queste associazioni, in nome della loro storia, di assumere anch’esse una precisa posizione in questo momento drammatico per la storia della città.
Non si può più tacere.
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Noi siamo sempre qui, impegnati come sempre e come sempre pronti ad ascoltare le voci di chiunque intenda schierarsi apertamente a difesa non delle nostre organizzazioni ma dell’avvenire della città, e soprattutto dei quartieri del centro storico e delle periferie, oppressi dalla malapolitica e dal potere mafioso.
Non c’interessano i giochi di dubbia moralità, in consiglio comunale, fra interessati cambi di casacca, spaccature nel principale partito e sindaco che cerca nuovi alleati nel più becero centrodestra.
Catanesi, non siate sudditi ma CITTADINI e CITTADINE.
Unitevi per non tornare ai tempi bui quando a Catania si diceva “La mafia non esiste”.
Giovanni Caruso, GAPA - www.associazionegapa.org
Riccardo Orioles, I SICILIANI giovani - www.isiciliani.it
tel 348 1223253
Tratto da: isiciliani.it
Foto © Mara Trovato