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borsellino palcoVideo all'interno!
di AMDuemila
Agostino e Impastato: depistaggi e verità parziali

“Ci sono state persone che hanno giurato fedeltà a due padroni, per questo poi ci sono stati i depistaggi dopo le stragi”. A dirlo durante la manifestazione in via d’Amelio per il 24° anniversario della strage è il padre di Nino Agostino, Vincenzo.“Sono 27 anni che cerco la verità - ha aggiunto - Salvatore come tu cerchi l’agenda rossa io cerco gli appunti che mio figlio ha lasciato dentro l’armadio e che qualcuno ha fatto sparire”.
“La verità e la giustizia - ha concluso Vincenzo Agostino - può venire fuori solo se politica, governo e magistratura, tirano fuori tutti gli scheletri che hanno dentro gli armadi”.
E di depistaggio ha parlato anche Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato: “Quelle persone che hanno operato il depistaggio sul caso di Peppino hanno fatto tutti una splendida carriera mentre invece molte delle persone che hanno cercato la verità sono stati uccisi uno dopo l’altro”. “La mafia è dentro lo stato non contro lo stato e noi tutti dobbiamo combattere la rassegnazione che sempre più spesso vedo anche tra i giovani” ha concluso.
Una spinta contro la rassegnazione viene anche finalmente dalla legge approvata recentemente che riconosce il reato di depistaggio. Un iter lungo che però, come sostengono le parole di Paolo Bolognesi, lette dal palco da Federica Fabretti, dimostra cosa l’impegno civile può ottenere: “E’ stata una battaglia lunga e non facile. - diceva Bolognesi in seguito all’approvazione della sua proposta di legge - La classe politica non ci ha ascoltato ma la società civile ci ha sempre sostenuto” e ciò ha permesso di abbattere il “granitico muro dell’opacità di Stato, dove si svelavano pezzi di verità mancanti a causa di documenti mai discussi”.
Tra gli interventi da parte dell'associazionismo, sul palco, quello del movimento Scorta civica, di Libera, Addiopizzo Palermo, Fraterno sostegno ad Agnese Borsellino e dell'associazione 100% in movimento.



Gli agenti di scorta sopravvissuti: un film indelebile di quel giorno
Sul palco di via d'Amelio sono saliti gli agenti di scorta, quelli sopravvissuti alle stragi del 23 maggio e del 19 luglio '92. "Dopo la morte di Falcone andammo da Borsellino e gli proponemmo di scortarlo - ha raccontato Giuseppe Sammarco, ex caposcorta di Falcone - lui piangendo ci disse di lasciare stare perchè dopo Falcone sarebbe toccato a lui. Ma quando insistemmo ci disse di fare come credevamo. Solo che rientrai in servizio il lunedì 20 luglio 1992. Domenica, il giorno della strage, dovevi stare attento a dove mettevi i piedi, per i resti umani".
Giuseppe Costanza era nella macchina di Falcone e della moglie Francesca Morvillo quel 23 maggio. "Il rischio era grosso - ha ricordato - ma vedevo quest'uomo che si impegnava realmente, che ha dato la sua vita e non solo. Giovanni Falcone" faceva la vita di "un carcerato, rispettava la regola della protezione, stava a casa, in ufficio o altrove a svolgere un'attività. E nemmeno io me la sentii di mollare".
Chi invece è miracolosamente sopravvissuto alla strage di via d'Amelio è Antonio Vullo: "Abbiamo messo la nostra vita nelle mani dello Stato, ma il nostro cuore andava a Paolo - ha detto - credevamo che sarebbe riuscito a liberarci da questo male che attanaglia la nostra città" ma "purtroppo da 24 anni sentiamo dire dallo Stato 'sconfiggiamo la mafia'. Non hanno mai dato un senso a questa frase" e invece, ha concluso, è importante "che ci diano un segno e una verità. Abbiamo bisogno di sapere cosa è successo".
Antonella Catalano, nipote di Agostino Catalano ha letto uno scritto in onore delle vittime di Via D’Amelio, delle altre vittime di mafia, dell’incidente ferroviario accaduto in Puglia e del terrorismo, dove invita ogni adulto ad essere cosciente della responsabilità di “educare e crescere i propri figli ad essere persone libere”. Intervenuto anche Pippo Giordano che ha invitato e spronato i concittadini palermitani a partecipare e far sentire la propria presenza in manifestazioni come queste.
Il fratello di ClaudioTraina, Luciano, dal palco ha voluto innanzitutto ringraziare tutte le persone presenti che ogni anno giungono da tutta Italia e addirittura da oltre oceano per far sentite il proprio appoggio e sostegno ai famigliari delle vittime di mafia e a chi dopo oltre 24 anni ancora non ha avuto giustizia. Traina ha invitato tutti i presenti ha gridare i nomi di chi 24 anni fa in questa via perse la vita “Dobbiamo gridare tutti assieme, in modo che sentano fino a Roma che da 24 anni fa orecchio da mercante, questo grido di dolore”.
“Noi oggi stiamo piangendo i nostri morti ma abbiamo molti colleghi che vanno in servizio senza auto specializzate -
ha ricordato Luigi Lombardo, segretario nazionale del Siap -  dobbiamo dare sicurezza a chi sta raccogliendo questa eredità altrimenti ci incontreremo fra vent’anni in un’altra via a piangere altri morti”.


Salvatore Borsellino prima del minuto di silenzio: "Saremo il vento che vuole cambiare le cose"
Appena prima del minuto di silenzio che ricorda l'esplosione della bomba in via d'Amelio il 19 luglio '92, è stato Dario, uno dei bambini della Casa di Paolo voluta un anno fa da Salvatore Borsellino (lì dove era la casa e la farmacia di famiglia) a scandire i nomi di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. Poco prima delle 16.58 Salvatore Borsellino è salito sul palco di fronte al pubblico presente nella via. "Noi non siamo qui per piangere - ha affermato - anche se hanno smembrato il corpo di Paolo Borsellino mio fratello è vivo insieme ad Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo ed Eddie. Li hanno uccisi ma così facendo li hanno resi invincibili, un pezzo di ciascuno di loro è dentro di noi". Poi ha parlato del pm Nino Di Matteo: "Sta subendo il trattamento riservato a chi combatte per la giustizia e la verità. Ma saremo noi il vento che vuole cambiare le cose. Non aspetteremo che il vento cambi da solo".
"Quel giorno di luglio di 24 anni fa ci fu un'esplosione che colorò il cielo di nero. Oggi in questa piazza c'è un'esplosione di colori"
ha detto Luigi Lombardo, rappresentante del Siap di Palermo (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) sul palco di via d'Amelio. "Oggi noi siamo qui perchè abbiamo uno scopo comune, quello di ricercare la verità e la giustizia. E quel giorno in via d'Amelio abbiamo vinto noi, la società civile se sarà unita riuscirà a sconfiggere quella malapianta che è la mafia, e che purtroppo è ancora viva". E poi riferendosi agli agenti di scorta: "Lavorano ogni giorno rischiando la loro vita e spesso vengono dimenticati". Per loro l'attrice Annalisa Insardà ha recitato il testo dedicato alle Scorte.

pubblico


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