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di lello forgioneMa da chi?
di Giuseppe Lo Bianco

Vogliono superare l’antimafia “dei pennacchi, delle vetrine e delle cricche”, fonte di scandali e truffe, vogliono una nuova antimafia, per questo hanno lanciato un manifesto fondativo che presenteranno il 21 giugno prossimo.
Sono Francesco Forgione, Peppino Di Lello, Claudio Fava e Giovanni Fiandaca, il docente di Diritto penale che la parola antimafia la vuole addirittura abolire: “Perché l’antimafia, come impegno specifico - spiega il professore - non esiste: il contrasto al malaffare, l’azione di prevenzione, dovrebbero essere riflesso di una normale etica pubblica”.

Per queste ragioni, nel manifesto del nuovo movimento, lo storico Giuseppe Carlo Marino e l’avvocato di parte civile del processo La Torre, Armando Sorrentino, non hanno potuto fare a meno di osservare una preoccupante “equidistanza da pm e politici” e un “sottinteso distanziamento polemico (già emerso in precedenti pubblicazioni) dall’impegno dei pm del processo della Trattativa”, con il quasi inevitabile effetto di “delegittimare” tali magistrati, “se non addirittura la magistratura tout court”.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano del 24 aprile 2016

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