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corteo colosseo #rompiamoilsilenzio
di Lorenzo Baldo

Solidarietà e sostegno della gente comune per il magistrato condannato a morte da Cosa Nostra

Roma. Brizio Montinaro, fratello dell'agente di scorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro, è in mezzo alla folla di Piazza SS Apostoli, ascolta ad occhi chiusi la voce di Paolo Borsellino registrata il 23 giugno 1992 alla veglia per Falcone. Dagli altoparlanti le parole di Borsellino volano alte sulle persone venute da tutta Italia per sostenere il pm Nino Di Matteo. “Sono morti per noi – ricordava Borsellino a un mese dalla strage di Capaci –, e abbiamo un grosso debito verso di loro e questo debito dobbiamo pagarlo, gioiosamente, continuando la loro opera: facendo il nostro dovere, rispettando le leggi, anche quelle che ci impongono sacrifici. Rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne (anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro), collaborando con la giustizia, testimoniando i valori in cui crediamo, anche nelle aule di giustizia, accettando in pieno queste gravose e bellissime verità: dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo!”. La musica in sottofondo riporta alle ultime immagini del film “Paolo Borsellino”, un fiume di gente osserva in silenzio Salvatore Borsellino mentre alza una foto del sostituto procuratore di Palermo Di Matteo. Questa volta, però, non si vuole commemorare un'ennesima vittima che lo Stato non ha voluto proteggere. Il messaggio forte che passa attraverso la rabbia e l'ostinazione del fratello di Paolo Borsellino è chiarissimo: sosteniamo in vita un magistrato condannato a morte da Cosa Nostra, per il quale è già arrivato il tritolo a Palermo, e pretendiamo che le istituzioni facciano sentire la loro solidarietà. In quel minuto di silenzio osservato da tutti i presenti all'inizio della manifestazione per onorare le vittime delle stragi di Parigi, e di ogni forma di terrorismo, c'è tutto il dolore e l'apprensione di un intero popolo che non accetta di vedersi ipotecare il futuro nel nome di una strategia della destabilizzazione che va al di là dell'orrore targato Isis. E sono tanti i flash di questa giornata che restano scolpiti in maniera indelebile. Ci sono i centinaia di cartelli in sostegno di Nino Di Matteo portati da uomini, donne e bambini sotto lo sguardo attento delle forze dell'ordine  schierate in maniera ancora più evidente dopo gli eccidi francesi. C'è quell'agenda rossa portata con orgoglio da un ragazzo sulla sedia a rotelle spinta da un suo amico in mezzo al corteo. E attorno a lui tantissime altre agende rosse che sfilano lungo la via dei Fori Imperiali.

FOTOGALLERY © Paolo Bassani


E c'è anche il momento per ricordare chi non c'è più, chi ha dedicato la propria vita per sostenere una causa di giustizia: Giovanni Palazzotto, Liana Romano e Adriana Castelli. Salvatore alza la foto sorridente di quest'ultima mentre un applauso carico di emozione unisce cielo e terra. Fare da scudo ai magistrati che vogliono la verità è l'imperativo per chiunque abbia un sussulto di dignità di fronte ai tentativi (più o meno velati) di spegnere la speranza e la sete di giustizia in quel che resta della società civile. Sostenere il lavoro di questi giusti è sempre di più un dovere morale per chiunque abbia a cuore il destino delle nuove generazioni. La viltà e la codardia di chi si accoda a quella maggioranza che anni fa Roberto Scarpinato ha definito “di Barabba” diventa sempre di più una complicità dalla quale non si potrà uscire indenni. Il riferimento al libro di Nino Di Matteo “Collusi”, citato in ultimo da Brizio Montinaro, ci riporta infine alle nostre responsabilità. “In quel libro c'è tanto – ricorda il fratello di Antonio Montinaro – c'è tutto, anche per chi non sa può prendere coscienza di quanto sia importante sostenere Di Matteo. Vorrei che non fosse un testamento...”. “Siamo in guerra per la verità e la giustizia – grida dal palco Salvatore Borsellino – e da anni combattiamo con la stessa passione e lo stesso cuore. Abbiamo bisogno di continuare a combattere. In un momento in cui è in pericolo la nostra stessa civiltà sarebbe bello stringersi attorno alle nostre istituzioni”. Il fratello di Paolo Borsellino rimarca con forza che il silenzio del Presidente della Repubblica “pesa come un macigno”. Il messaggio di solidarietà del Presidente del Senato, Piero Grasso, ha indubbiamente aperto una feritoia in quel muro di gomma eretto dai vertici delle istituzioni. “Ma oltre alle parole mi aspetto fatti. Fatti e parole di sostegno che a Di Matteo potrebbero forse salvargli la vita”, afferma con fermezza Salvatore mentre con lo sguardo è già oltre la piazza.

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VIDEO Manifestazione "Rompiamo il silenzio" a sostegno del Pm Nino Di Matteo




#rompiamoilsilenzio a sostegno del pm Nino Di Matteo
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