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nisman-alberto-c-afpESCLUSIVA! Dal nostro corrispondente a Buenos Aires.
di Juan Aragonés Randó - 29 gennaio 2015

Prima di analizzare quanto avvenuto rispetto alla morte del giudice Alberto Nisman (se questo sia avvenuto per suicidio volontario o indotto) ritengo che in questo momento sia più importante soffermarsi sugli antefatti e le circostanze che hanno caratterizzato le indagini di quest'ultimo sull’attentato contro l’Associazione Mutualità Israelita, avvenuto il 18 luglio 1994, e su un altro episodio antecedente allo stesso, ovvero l’attacco terroristico contro l'Ambasciata di Israele in Argentina, del 17 marzo 1992. Perché dico questo? Perché l'analisi dei fatti in questione ci porta a ragionare sullo scontro frontale di interessi nazionali ed internazionali, così come una contesa aperta per il potere imperiale nel nostro paese, che vedono in gioco strutture mafiose e dei servizi segreti.

Non approfondirò troppo sugli antecedenti perché ciò eccederebbe l'oggetto di questo articolo, ma è comunque importante stabilire alcuni elementi che ci trasciniamo da allora.

All’epoca, il presidente dell'Argentina era Saúl Menem. Questi, è cosa nota, aveva stretto un accordo preelettorale con la Siria (paese di origine dei suoi avi e che avrebbe finanziato la sua campagna elettorale), impegnandosi a sua volta a favorire determinate attività del Paese arabo in Argentina, una volta arrivato al potere.  

In questo contesto, ebbe risalto la sua vicinanza a Ibrahim al Ibrahim, colonnello dell’Intelligence siriana, sposato con Amalia Beatriz Yoma, anche nota come “Amira”, cognata del Presidente Carlos Saúl Menem e segretaria presidenziale.

Ibrahim al Ibrahim era direttore della Dogana in un momento in cui Alfredo Enrique Nallib Yabrán, il quale gestiva una “Impresa di vigilanza” denominata Bridees, che arruolava ex repressori (da lì il nome Bri-de-es = Brigada de ESMA), oltre a ditte di posta privata (OCASA ed InterCar S.A.), di trasporto merci (Villalonga-Furlong) e di trasporto di denaro (Juncadella) che venivano sfacciatamente utilizzate, tra le altre cose, per il traffico di droga. Tramite il management di EDCADASSA, Yabrán controllava i depositi della Dogana, favorendo l’introduzione del materiale del trafficante siriano Ahmed Al Kazar, al quale il governo di Menem aveva concesso passaporto argentino e che aveva già realizzato con le Forze Aeree Argentine un'operazione di vendita di aerei Dagger-Miragge provenienti da Israele.

amira-yomaSuccessivamente "Amira" Yoma venne arrestata in Spagna con due valigie piene di denaro, apparentemente frutto del traffico di droga, caso che prese poi il nome di Yomagate e che divenne pubblico attraverso le indagini del giudice spagnolo Baltasar Garzon.
È ben dimostrato anche il legame di Menem con l’allora Presidente della DAIA, Rubén Ezra Beraja (Presidente del fallito Banco Mayo).  

Un ulteriore elemento illustrativo a dimostrazione dei vincoli esistenti tra gli uni e gli altri, è dato dal fatto che l'avvocatessa fallimentare di due aziende vincolate a Yabrán, era la stessa che difese Rubén Beraja nel fallimento del Banco Mayo ed anche alla DAIA nel caso AMIA. Ugualmente si sospetta che un'azienda appartenente a Yabrán era quella che realizzava le pulizie nell'Ambasciata di Israele e l'AMIA.  

Numerosi giornalisti ed investigatori, come Juan Gasparini, Juan Salinas, Jorge Lanata, Horacio Lutzky e Guillermo Lipis, Daniel Schnitman, Rogelio García Lupo, Cristian Sanz e Fernando Paolella, e tanti altri, sostengono che l’attentato contro l'Ambasciata di Israele e l'AMIA abbia dei connotati  mafiosi che vincolano in qualche maniera l’entourage sopracitato con il narcotraffico, il riciclaggio di denaro ed il traffico di armi. Tali affermazioni di Salinas, avallate da elementi probatori, sarebbero sufficienti per avviare un’indagine al fine di approfondire nel merito.

Questo faldone di indagine venne definita come "la pista siriana" e comprometteva seriamente il Presidente Menem, i suoi familiari ed il suo entourage e -secondo Salinas- metterebbe in evidenza che sono "già due decenni che i servizi segreti di Israele e degli Stati Uniti trafficano armi e droghe avvalendosi di una rete di trafficanti integrata da personaggi come il saudita Adnan Kashoggy, il siriano Monzer Al Kassar, il britannico, (ebreo) Judah Eleazar Binstock”.  Questa "pista" non è mai stata seguita, avendo preferito seguire la linea tracciata e delineata dai servizi di intelligence del governo (SIDE), e dai servizi segreti statunitensi (CIA), ed israeliane (MOSSAD) che miravano ad implicare settori iraniani in entrambi gli attentati. In questo modo si evitava di compromettere il Presidente Menem ed il suo entourage. Al tempo stesso si traeva vantaggio della congiuntura per vincolare l'Iran con il terrorismo internazionale (che erano gli obiettivi della CIA e del MOSSAD).  

amia-argentinaPer gli Stati Uniti, l’attentato contro l’AMIA ha costituito per molto tempo l'unico elemento a supporto delle loro affermazioni quando dicevano di essere in possesso di prove per indicare l'Iran come "Stato terroristico". In questo metier, Vanno der Koy, giornalista del quotidiano Clarín, si spinse a ritenere questi attentati come "antecedenti" all’attacco alle torri gemelle.

Come direbbe Beva Carmen Balvé (direttrice tematica di Antimafia Dosmil Argentina, deceduta nel 2009): "In un paese dove mai si sono verificati atti terroristici, dove convivono latinoamericani, europei, asiatici ed africani, dove dei 2.500.000 di persone del Medio Oriente 1.250.000 sono arabi ed il resto musulmani, in confronto ai 250.000 ebrei; dove non vi sono stati mai gesti di antisemitismo perché estraneo a noi, dove è comune il matrimonio tra cattolici ed ebrei, etc., nel 1994 si produce l'attentato contro l’AMIA, mutualità israelita, dove all’ultimo piano aveva una sede il MOSSAD. In meno di 24 ore si presentò l'esercito israeliano con i suoi cani - i nostri non hanno olfatto - e prese il controllo della zona ed in un piccolo promontorio, preparato a tale fine, un soldato in uniforme dell'esercito israeliano, piantò la sua bandiera in segno di popolo conquistato. A partire da questo fatto, viviamo dinnanzi al muro del pianto e quasi siamo responsabili del massacro europeo di ebrei. Cercano in tutti i modi tramite i mezzi di comunicazione di eliminare l'antisemitismo e falliscono. Arrivano dagli Stati Uniti testimoni dall’identità riservata, di origine iraniana, per dimostrare che l'attentato fu opera dell'Iran…".

Per nove anni a seguire le indagini fu il Giudice Juan José Galeano (permanentemente appoggiato dalla DAIA) ma venne poi silurato per gravi errori (tangenti, costruzione e distruzione di prove, intercettazioni illegali, ecc.).

Al suo posto venne designato il giudice Dr. Canicoba Corral e Néstor Kirchner affida le indagini del caso al giudice Alberto Nisman.
Tuttavia, il 20 ottobre 2004, in un'intervista al "Diario Sobre Diarios", Juan Salinas ha dichiarato che "una volta fallito l’iniziale insabbiamento (ad opera del Giudice Juan José Galeano), è stato avviato un secondo tentativo di insabbiamento... O forse qualcuno crede che il giudice Nisman – che affiancava Mullen e Barbaccia – può condurre la ricerca della verità? La chiave è che la SIDE dell'ingegnere Stiusso, uomo di fiducia della CIA e del Mossad, come affermò Miguel Ángel Toma) farà l’impossibile per sostentare l'idea (carente praticamente di consistenza, di elementi) che riporti a fanatici religiosi e suicida”.

kirchner-cristina-nestorE' altrettanto noto che, quando era senatrice, l’attuale presidente Cristina Fernández di Kirchner aveva appoggiato la denominata "pista siriana", tuttavia Néstor Kirchner abbracciò l'ipotesi investigativa imposta dai servizi che, nell'ordine locale era a carico di Antonio Horacio Stiusso (a) "Jaime", che alla data della sua destituzione, nel dicembre 2014, contava 40 anni di anzianità, e di cui Gustavo Beliz (allora Ministro della Giustizia di Kirchner), direbbe: "La SIDE (Segreteria di Intelligenza di Stato), è in mano ad un signore del quale tutto il mondo ha paura perché dicono che è pericoloso e può ordinare la tua morte. Quell'uomo ha fatto parte di ogni Governo e si chiama Jaime Stiusso". Dopo quelle dichiarazioni, Néstor Kirchner chiese le dimissioni di Beliz il quale dichiarò: "È il costo di dire la verità; mi sono messo contro l'apparato più oscuro dell'Argentina che è la SIDE."  

Trascorsero undici anni dalla designazione di Nisman alla procura e solo adesso il procuratore aveva pronta la denuncia per associazione illecita contro la presidente Kirchner, il ministro Timerman, il deputato Andrés Larroque, due riconosciuti dirigenti politici difensori dei diritti del popolo palestinese - Luis D'Elía (MILES), e Fernando Esteche (Quebracho) - un dirigente della comunità islamica argentina - Yusuf Jhalil - un ex pubblico ministero ed un numero sconosciuto di integranti dei servizi di intelligenza.  

La presidente ed il suo ministro sono accusati di architettare e dirigere "un piano di impunità e di copertura dei profughi iraniani relazionati con l’attentato contro la Mutualità israelita”, ed il resto degli attori, di pianificarlo e di portarlo a termine sulla linea di una sorta di diplomazia para-statale “per chiudere il caso con dei falsi colpevoli e permettere lo scambio del grano dell’Argentina con il petrolio dell’Iran”.

Secondo il magistrato scomparso, ci sono voluti oltre due anni per elaborare la denuncia, basata fondamentalmente su dati e rapporti di intelligence.  

Ma, in quale contesto si delinea tutto questo?  

L'Argentina sta cambiando orientamento in quanto ad alleanze strategiche internazionali, avvicinandosi alla Cina. Lo si denota dopo la cattura di un aereo con dei codici segreti delle comunicazioni dello spionaggio “yankee”, che vede il ministro Timerman come primo attore che rompe la chiusura del baule contenente i codici.  

timerman-hectorL'Iran è alleato strategico della Cina ed il suo principale fornitore di petrolio, ed il patto argentino-iraniano (non ufficiale perché impugnato giudizialmente), si inserisce in questo processo di allineamento strategico del governo kirchnerista con la Cina. (Non dimentichiamo che come disse Beba C. Balvé, Cina e Russia hanno abbandonato la lotta contro il capitalismo per abbracciare la lotta intercapitalista).

Seppure non lo si voglia ammettere, è indubbio che di fronte a questo nuovo allineamento, il governo sta conformando una propria squadra che si contrappone a quella che gestiva il potere della Segreteria di Intelligence, vincolata strategicamente con la CIA, l’FBI ed il MOSSAD. Il che diventa palese dopo lo spostamento della “cupola” della segreteria alla fine del 2014 e l’allontanamento di Stiusso come Capo della Contrainteligencia.  

Questo cambio nella segreteria di intelligence, allontanò Nisman dalla linea ufficiale e lo lasciò senza sostegno.  

Bisogna aggiungere che è ormai noto che alcune delle parti querelanti nella causa sulle piste false e la deviazione delle indagini sul caso AMIA – ad esempio Memoria Activa- chiesero che Nisman fosse allontanato da questo faldone del caso, perché consideravano incoerente che fosse pubblico ministero in un processo dove tra gli accusati c’erano Eamon Mullen e José Barbaccia, suoi ex colleghi.  

Da parte sua, il giudice del caso AMIA, Canicoba Corral, ha dichiarato "io manifestai per iscritto al pubblico ministero che doveva approfondire la pista iraniana, perché le sue prove si basavano troppo in rapporti dell’intelligence; gli dissi di investigare la pista siriana e le connessioni locali. Ed ora mi trovo che non ha fatto niente di quanto io gli avevo indicato”.  

Solo adesso, dopo 11 anni, il giudice titolare della causa si è ricordato di dare quelle indicazioni al pubblico ministero, o è un gesto che si incastra nella nuova presa di posizione del governo kirchnerista?

Ma ritorniamo alla denuncia.

Penalisti riconosciuti nel paese e all’estero come Zaffaroni, Maier ed altri, esclusero la denuncia di Nisman considerando che non vi era reato. Un giudizio condiviso dalla giudice Servini de Cubría che lo escluse come tema da esaminare durante la “Feria Judicial” per insufficienza di elementi probatori.  

Stando ai giurisperiti citati, la denuncia era basata più in dati e rapporti di intelligence che in prove concrete, da ciò scaturisce la non accettazione, ma risulta sommamente strano che un giurista come il magistrato scomparso, con lunghi anni di esperienza e riconosciuta autorevolezza in materia di diritto, ignorasse queste circostanze, dettaglio che dona a questa vicenda una sfumatura più politica che giuridica.

Aggiungiamo che Nisman decise di anticipare rapidamente il suo ritorno all'Argentina mentre era in vacanza con sua figlia (era il suo compleanno) con tale urgenza che addirittura la lasciò da sola all'aeroporto di Barajas ad attendere sua madre che l’avrebbe raggiunta da Barcellona. Inoltre il collaboratore del giudice, Lagomarsino, in riferimento alla presunta richiesta di Nisman di trovagli un’arma, ha detto: "Mi disse che era per sicurezza. Che il giorno precedente lo aveva chiamato Stiusso chiedendogli di stare attento e, inoltre, di avere precauzione nella sicurezza delle sue figlie". C'era anche stata un'apparente "scomparsa pubblica" di Stiusso quindi si potrebbe pensare che forse l'urgenza di presentare la denuncia corrispondeva alla necessità di costruire un impianto di protezione della sua integrità.

È singolare il silenzio ufficiale che ha mirato più a squalificare la denuncia che a considerare la morte del magistrato come un colpo ad uno dei poteri dello Stato; ma lo è anche la rapidità con la quale sono state organizzate le manifestazioni antigovernative. 

Quali affari si stanno tessendo?

Quali interessi si contrappongono?

Non posso fare a meno di dedurre che ciò che si sta manifestando attraverso la denuncia di Nisman e della sua misteriosa morte – al di là se possa trattarsi di suicidio (volontario o indotto), o di un omicidio (indipendentemente da chi lo abbia perpetrato)-, è che è in atto una disputa feroce tra i differenti settori dall'intelligence locale e dei servizi delle differenti potenze, mescolate o peggio integrate con operazioni mafiose, per il controllo egemonico economico-finanziario nell'Argentina.

E qui vale la pena di ricordare ancora una volta le parole di Beba C.Balvé: “Che distanza esiste tra le mafie ed i “cartelli internazionali”? Entrambi applicano i meccanismi e le tecniche dei conflitti a bassa intensità che includono il terrorismo mediatico, ideologico ed attentati... Durante l'egemonia del capitale finanziario del prestito, il metro di misura viene dato dall'usura, da chi la gestisce e dalle organizzazioni armate private e parastatali”.

Note

     Amia. Associazione Mutualità Israelita  
     Oggi Ibrahim al Ibrahim è latitante.
     Presunto suicidio il 20/05/98.
     Escuela de Mecánica de la Armada
     Ditta costituita per un 55% dalla F.A.A. e per un 45% dalla Villalonga Furlong
     Vedere “Don Alfredo” di Miguel Bonasso.
     Secondo Fernando Paolella (Tribuna de Periodistas del 17/03/05), “un’indagine realizzata dalla rivista Tiempo ha rilevato che Al Kassar viaggiò in più occasioni in Argentina, e che nel 1987 fece diversi scali a Río de Janeiro e Buenos Aires, accompagnato dalla moglie di suo fratello, Nabila Wehbe. Un rapporto dell’intelligence nordamericana fa riferimento a questo viaggio del 1987 che aveva come scopo aprire il traffico di droga dal Sudamerica fino all’Europa”.
     Dice Juan Salinas: “Conviene ricordare che erano in molti (non soltanto Amira Yoma) a portare dagli Stati Uniti valigie Samsonite piene di dollari frutto del traffico di cocaina colombiana ed eroina asiatica; e che rispondeva con tutta evidenza ad un accordo tra  Menem e Siria (un accordo che, sospetto, ha visto il coinvolgimento dei servizi segreti israeliani) ed a gestire il riciclaggio di quel denaro era un vecchio cubano di Alpha 66 (collaterale della CIA che organizzò lo sbarco sulla Playa Girón o Bahía de los Cochinos)”.
     Delegazione di Associazioni israeliane argentine.  
     Vedere “La Mafia Judía en la Argentina” di Rubén Rodolfo Spolansky
     ZAPRAM S.A., ZAPRAM S.R.L e ZAPRAM Técnical
     Libro “La Delgada Línea Blanca”.
     Originalmente contrattato dall’AMIA per le indagini del caso e dopo allontanato sotto le pressioni della DAIA e  di Israele per non aver seguito il “criterio ufficiale”.
     Libro “Cortinas de Humo”.
     Mensuario Nueva Sion.
     Mensuario La Voz y la Opinión.
     Rivista Tiempo.
     Tribuna de Periodistas.
     Secondo Congresso sul tema della guerra internazionale contro le mafie e Primo Congresso Nazionale della lotta contro le mafie e la corruzione, svoltosi presso la Facoltà di diritto dell’U.N.R.
     Joaquín Morales Sola nel diario La Nación (Buenos Aires, 13 agosto 2006) diceva: “La CIA ed il MOSSAD (servizio di intelligenza israeliano) aiutano molto l’Argentina, anche nella lotta contro la micro-criminalità”, assicurano voci ben informate  dei segreti del  Presidente Kirchner”.
     Movimento de Integración Latinoamericana de Expresión Social
     Movimento Popular Revolucionario Quebracho
     “IMPERIALISMO-DINERO-GUERRA”, Buenos Aires, ottobre del 2006. Pubblicato da AntimafiaDuemila.

     Esperto informatico che lavorava con Nisman assunto dalla Procura. L’importo del suo stipendio e le funzioni che svolgeva fanno presumere che appartenessi ai Servizi di Intelligence.
     Nonostante avesse due armi di sua proprietà registrate presso il Re.N.Ar a nome suo.
     “Imperialismo-Alimentos-Guerra. Mafias, Kartels, Conflictos de baja intensidad”. Pubblicato da AntimafiaDosmil - Argentina.

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