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20FOTO e VIDEO
di Aaron Pettinari - 15 novembre 2014
Il magistrato: “Io non so cosa accadrà ho solo la speranza che conserverete sempre questa passione civile”

“Io non so cosa accadrà ho solo una speranza nel cuore, la speranza che conserverete sempre questa passione civile”. Con queste parole il pm Antonino Di Matteo si è rivolto agli oltre duemila giovani scesi in piazza per manifestare sostegno dopo le nuove minacce di attentato nei suoi confronti. “Soprattutto mi rivolgo ai ragazzi, ai giovani – ha detto accolto dalla folla di manifestanti - Ho la speranza che non vi adeguerete mai all’andazzo prevalente di un Paese sempre più indifferente alla giustizia e insofferente alla verità e all'indipendenza della magistratura ed alla tutela vera dei valori costituzionali. Ho questo sogno nel cuore. Solo voi cittadini e sopratutto giovani avete la possibilità di cambiare le cose, di sconfiggere la mafia, la corruzione la mentalità mafiosa dell’appartenenza del potere fine a se stesso. Coltivate il vostro sogno e perseguite con forza i vostri ideali”. Quindi ha concluso: “Comunque vada avrete combattuto per rendere più giusto e libero il Paese sarà stata una giusta battaglia”. 

Infatti sono stati soprattutto gli studenti a rispondere all’appello di “Scorta civica”, il coordinamento di associazioni, movimenti, organizzazioni e semplici cittadini, e dalle Agende Rosse di Salvatore Borsellino, che hanno chiamato a raccolta la società civile e la cittadinanza. Al grido “Fuori la mafia dallo Stato” e “Siamo tutti Nino Di Matteo”, i manifestanti sono partiti da Piazza Croci per raggiungere il Palazzo di Giustizia dove sono stati raggiunti dallo stesso magistrato. Presenti all'evento “prima di tutto come cittadini che come rappresentanti delle istituzioni”, il sindaco Leoluca Orlando, il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli, e diversi cinque stelle. “Siamo qui - ha detto Orlando - per chiedere che si scoprano tutti i soggetti di quella ignobile trattativa senza scampoli e senza sconti e che venga accertata la verità sulle stragi è per questo motivo che il Comune di Paleremo si è costituito parte civile in questo processo ed è presente a questa mobilitazione”. Accanto a loro si è fatta notare la presenza di Vincenzo Agostino ed Augusta Schiera, i genitori di Nino Agostino, Franca De Mauro, figlia del giornalista de “L'Ora” ucciso dalla mafia, l'imprenditrice antiracket Valeria Grasso ed altri rappresentanti del mondo associazionistico antimafia.


La manifestazione, che ha avuto luogo in svariate città d'Italia, come obiettivo centrale, oltre all'incoraggiamento ed il sostegno per i magistrati minacciati dalla mafia, c'era la richiesta al Ministro dell'Interno Angelino Alfano “quali ulteriori misure intenda adottare per garantire la loro sicurezza, oltre a dare seguito alla mai realizzata promessa di dotare la scorta del pm Di Matteo del dispositivo bomb-jammer”. Qualche giorno fa il fratello del giudice Paolo Borsellino, Salvatore ha scritto di suo pugno e che è stato letto durante la manifestazione: “A chi può interessare eliminare Nino Di Matteo se non a chi ha mantenuto per anni una scellerata congiura del silenzio su degli ‘indicibili accordi’ che oggi, giorno dopo giorno, grazie proprio all’opera di Di Matteo e del pool di Palermo, continuano a venire alla luce?”.

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