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riina-andreotti-webIl Capo dei capi rivela: “C'era anche la scorta”
di Aaron Pettinari - 27 agosto 2014
Nuove dichiarazioni del “Capo dei capi” di Cosa nostra vengono rivelate dopo le intercettazioni in carcere. Il boss corleonese, mentre passeggiava durante l'ora d'aria con il “compagno” pugliese Alberto Lorusso, mafioso della Sacra corona unita, ha parlato anche dell'incontro con Giulio Andreotti. “Balduccio Di Maggio dice che mi ha accompagnato lui e mi sono baciato con Andreotti. Pa... pa... pa”. Dice Riina mentre scuote le mani come a far capire che si tratta di baggianate. Non ci fu alcun bacio, sostiene. Poi, cambiando il tono di voce sussurra a Lorusso: “Però con la scorta mi sono incontrato con lui”. L'incontro tra il sette volte presidente del Consiglio e il capo della mafia è stato uno dei fatti più misteriosi della storia della mafia.

A fare da schermo e a salvare lo stesso Andreotti, secondo quanto sostenuto da Riina, fu proprio la scorta. “Questi l’hanno salvato, questi, questi l’hanno salvato e si è salvato per questo. E si salvò” racconta ancora al boss pugliese. Un altro di quelli che si è “salvato” per Riina è proprio il suo ex autista Balduccio Di Maggio: “Balduccio dice che lui si è messo in una stanza ed io sono rimasto con Andreotti. Minchia… ma questo cornuto… minchia figlio di puttana… ce la spuntò, ce l’ha spuntata e se n’è andato assolto”. Oggi Andreotti non c'è più ma la sua “beatificazione” mediatica era andata in scena ben prima, immediatamente dopo la sentenza della Cassazione al processo per associazione mafiosa. La realtà dei fatti è però che Andreotti è stato assolto perché il reato era ormai caduto in prescrizione. Ma nella sentenza la Cassazione conferma che fino alla primavera del 1980 l’imputato ha commesso il reato di associazione con i mafiosi dell’epoca, capeggiati da Stefano Bontade, autori di gravissimi delitti.
Ora si scopre che a proteggere il “segreto” dell'incontro con Riina sarebbero stati gli agenti di scorta. Se ciò fosse vero si comprendono maggiormente i motivi per cui i pm del processo Andreotti Roberto Scarpinato e Guido Lo Forte nella loro requisitoria fecero notare con forza i troppi “non so” e “non ricordo” di quest'ultimi.
Questo dialogo tra Riina e Lorusso, avvenuto il 29 agosto 2013, è stato depositato al processo sulla trattativa Stato-mafia e non è il primo riferimento che il boss corleonese fa sull'incontro con l'ex senatore. Il boss si era già espresso in merito durante una pausa dell'udienza del processo Trattativa il 31 maggio 2013 parlando davanti ai funzionari del Gom: “Appuntato, lei mi vede che possa baciare Andreotti? Le posso dire che era un galantuomo e che io sono stato dell’area andreottiana da sempre”. Durante il periodo di intercettazioni in carcere Riina di cose ne dice tante. Il perché il capomafia dopo anni di silenzio abbia deciso di confidarsi con un soggetto come Lorusso forse non si capirà mai ma quel che è certo è che le parole di Riina non possono mai essere sottovalutate. Certo non siamo di fronte ad un collaboratore di giustizia ma è chiaro un aspetto. “Totò u'curtu” di fatti ne sa parecchi e qualora decidesse di “vuotare il sacco” il Paese tremerebbe e la Storia andrebbe riscritta.