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 Il 29 aprile 2004 scatta l’operazione “Peronospera II”. Il gip di Palermo Marcello Viola firma 36 ordini di custodia cautelare, 15 dei quali notificati in carcere, come quelli a carico dei boss Andrea Mangiaracina e Natale Bonafede. L’indagine condotta dalla Procura di Palermo e dalla Squadra Mobile di Trapani diretta da Giuseppe Linares mette in risalto gli interessi delle famiglie di Mazara del Vallo, Marsala e Trapani con imprenditori ed esponenti della classe politica marsalese. “Peronospora II” è la prosecuzione di un’operazione di polizia denominata “Progetto Peronospera”  volta a sgominare una rete di fiancheggiatori che favorivano la latitanza dei boss mafiosi Giacomo e Tommaso Amato, catturati a Marsala il 22 gennaio 2000.
La maxi-operazione antimafia si avvale di una grande quantità di intercettazioni ambientali e telefoniche che consentono agli investigatori di ricostruire il panorama mafioso locale, in particolare il ruolo di Cosa Nostra in occasione delle elezioni amministrative e regionali.
Anche se l’intreccio che esce fuori più prepotentemente è quello tra mafia e politica. E proprio da un colloquio fra un affiliato alla famiglia mafiosa di Paceco (Tp) e un imprenditore trapanese capatata da una cimice emerge il nome del senatore del Pdl Antonio D’Alì. Il mafioso senza mezzi termini dice che il 50% del supporto elettorale pervenuto a D’Alì sarebbe stato fornito dal boss di Cosa Nostra Vincenzo Virga.
Il Senatore D’Alì ha replicato dicendo che si tratta di vecchie calunnie che non hanno bisogno di alcun commento.

Riportiamo il dialogo fra Salvatore ALESTRA, soggetto indicato vicino alla famiglia mafiosa di Paceco - Tp e l’imprenditore trapanese Matteo BUCARIA nella conversazione ambientale intercettata il 29.12.2000.

“Nel corso del dialogo – scrivono i Pm – il BUCARIA, rivolgendosi al suo interlocutore, in modo confidenziale, chiedeva, esplicitamente, notizie sul conto del capo mafia di Trapani, all’epoca  - si rammenta  - ancora latitante,  VIRGA Vincenzo (“…. ti faccio un’altra domanda allora … ma lui…. lo “ ZIO VINCENZO “che fine ha fatto ?…”) ; l’ALESTRA soggiungeva di non avere notizie poiché tale argomento non era intrapreso da alcuno al punto da ingenerare talora l’impressione che il VIRGA non  rivestisse più un ruolo di vertice (“e questo non lo so io …. non ne parla neanche” domini e DIO “ più…. io ho l’impressione… è un’impressione mia Matteo, che lui non c’è più !..”).
(…)
Riprendendo a discutere in merito al VIRGA Vincenzo e della paventata possibilità che fosse iniziato il declino del capo mafia latitante, il BUCARIA domandava come mai, il VIRGA Vincenzo, qualora ne fosse effettiva la progressiva involuzione nelle gerarchie mafiose provinciali,  perdurasse nel mantenersi latitante, senza optare per consegnarsi e  collaborare con gli organi inquirenti aiutando in tal modo i propri figli, Pietro e Franco, entrambi in atto detenuti (“quindi è stato posato VINCENZO VIRGA …incomp… e che cazzo fa ancora il latitante ?…. perché non si consegna ?…e libera i suoi figli”)
L’ALESTRA spiegava che il VIRGA Vincenzo non poteva assolutamente  optare per una simile scelta di vita in quanto la famiglia mafiosa di Trapani era imperniata su rigidi comportamenti gerarchici (“..non ha niente da liberare … perché lì la gerarchia è forte…”) ; al riguardo di tale gerarchia l’ALESTRA recava, a titolo esemplificativo, il genere di rapporto esistente tra il VIRGA medesimo ed il  Senatore Antonio D’ALI’, all’epoca membro del Senato eletto nelle fila di F.I. il quale - secondo l’ALESTRA  -  non poteva prescindere da astenersi dall’intrattenere  contatti con lo stesso capo mafia (“perché lì la gerarchia è forte…. tu devi vedere se…… il senatore D’ALI’  …vuole lasciare…”).
Tale assioma, per l’ALESTRA esemplificativo dei rapporti presunti tra il VIRGA ed il noto  esponente politico trapanese, lasciava stupito il BUCARIA che, sorpreso, domandava se il D’ALI’ fosse effettivamente contiguo al VIRGA (“perché è con lui ?…”). L’ALESTRA, per tutta risposta, lasciava solamente intendere, sarcasticamente, che il D’ALI non aveva un peso politico del tutto autonomo (“ah, ma chi cazzo è il senatore D’ALI’?….”).
Poiché l’ALESTRA lo invitava a soffermarsi sull’argomento (“si d’accordo, noi altri ne dobbiamo parlare perché è giusto di parlarne…”), il BUCARIA domandava se, proprio in ragione di tali rapporti, il VIRGA Vincenzo sostenesse elettoralmente l’uomo politico trapanese (”… è portato ?…allora tutto il gruppo elettorale  è suo ?.. ”); l’ALESTRA rispondeva che quasi il 50 % del supporto elettorale pervenuto al D’ALI’ era stato  fornito dal VIRGA Vincenzo, soggiungendo altresì, come quel Parlamentare intrattenesse stretti rapporti con i noti MESSINA DENARO esponenti al vertice della famiglia mafiosa di Castelvetrano (“…il cinquanta per cento è di lui …ma tu non la sapevi questa cosa ?…ma D’ALI’ con…. con DENARO come sono ?… sono meglio di fratelli …con MESSINA DENARO ….”).
Tali informazioni stupivano nuovamente il BUCARIA al punto che l’ALESTRA giungeva a ribattergli, sarcasticamente, dove avesse vissuto sino a quel momento (“ah…qua… dove cazzo sei stato tu ? …ma tu dove hai vissuto ?….scusa…”)

Matteo: …quindi è stato posato VINCENZO VIRGA …incomp… e che cazzo fa ancora il latitante ?…. perché non si consegna ?…e libera i suoi figli ….
Salvatore: …no, non ha niente da liberare …
Matteo: …ah no ?…. e i suoi figli devono stare sempre in galera ?…
Salvatore: …perché lì la gerarchia è forte…. tu devi vedere se…… il senatore D’ALI’  …vuole lasciare…
Matteo: …perché è con lui ?…
Salvatore: …ah, ma chi cazzo è il senatore D’ALI’ ? ….
Matteo: …che minchia ne so chi è D’ALI’ ?…io neanche….. lo posso vedere…io a tutte le persone che si sentono importanti non li posso vedere ..
Salvatore: …si d’accordo, noi altri ne dobbiamo parlare perché è giusto di parlarne…incomp...
Matteo: …io neanche lo so …incomp… è portato ?…allora tutto il gruppo elettorale  è suo ?..
Salvatore: …il cinquanta per cento è di lui …ma tu non la sapevi questa cosa ?…ma D’ALI’ con…. con DENARO come sono ?… sono meglio di fratelli …con MESSINA DENARO ….
Matteo: …TONINO D’ALI’ ?…
Salvatore: …ah…qua… dove cazzo sei stato tu ? …
Matteo: …minchia…..
Salvatore: …ma tu dove hai vissuto ?….scusa…


L’ALESTRA, quasi a rimarcare la propria caratura in seno al consesso mafioso,  sosteneva che, quantunque il Sen. Antonio D’ALI’ rivestisse una posizione di prestigio, egli non avrebbe esitato, se necessario, a dirgli “vaffanculo” (“io se devo mandare a fare in culo a Tonino D’ALI’ lo mando a fare in culo…pure può essere …e lo so che può essere …ma se gli devo dire vaffanculo glielo dico .. ”)

Salvatore: …io se devo mandare a fare in culo a Tonino D’ALI’ lo mando a fare in culo…pure può essere …e lo so che può essere …ma se gli devo dire vaffanculo glielo dico ..
Matteo: …perché se lo merita, se non se lo merita non glielo diresti ….
Salvatore: …quando se lo merita io glielo dico …. ma no perché sono più intelligente di lui, attenzione, perché io sono un verme al fianco di lui…”.


ANTIMAFIADuemila N°40

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