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di Pietro Orsatti - 6 giugno 2009
Ieri sono stato a L’Aquila per un dibattito e la presentazione del presidio di Liberainformazione sulla ricostruzione e per riunioni e incontri relativi al progetto Biblipaganica.
   



Era circa una decina di giorni che non ci andavo.
La sensazione che il tempo si sia come fermato era evidente. Le stesse macerie, nello stesso punto, le stesse gru immobili sospese sul centro storico, gli stessi posti di blocco, gli stessi volti. L’unico cambiamento visibile, appena arrivato, era il colore delle tende montate dalla Protezione civile. Sbiadito. Per il calore, la pioggia. Tutto il resto è immobile. Scenario completamente diverso da quello che vidi nel 1997 in Umbria. A due mesi dal sisma la situazione era in continua evoluzione. In Abruzzo no. Si aspetta. Il decreto, le casette, la fine del G8.
Oggi inizia il voto per le europee. Forse da lunedì, finito il balletto delle cifre, qualcosa si muoverà. Qualcosa. Anche una piccola cosa. Oggi sono due mesi dalla scossa. Nessuno fuori da qui sembra ricordare.

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